I cosiddetti “diritti civili” (aborto, contraccezione, divorzio, eutanasia, coppie non matrimoniali o gay) hanno ogni giorno un coro di stampa a sostenerli, ma di doveri civili quasi nessuno parla. Di più: Il Fatto Quotidiano (mercoledì 8) ha messo insieme, nella stessa pagina, questi “diritti” (in verità assai “distorti”) e la prostituzione. Su questa è bene riflettere, perché tale attività vergognosa sotto ogni profilo è trattata e difesa anch'essa come se fosse un diritto di chi la pratica. In realtà questo è un “cripto-diritto” di comodo rivendicato dagli uomini cui interessa, certamente non dalle donne. La settimana appena finita ha visto prodigarsi in questo senso – di fatto e senza ammetterlo – anche la Repubblica (martedì 7), Il Giorno (mercoledì 8) e La Nazione (giovedì 9) mentre il Corriere della sera ha riferito con simpatia che 95 parlamentari delle due Camere (Forza Italia, Pd, 5 Stelle) hanno sottoscritto una dozzina di proposte per modificare la legge Merlin nel senso di regolamentare l'attività delle sex workers (lavoratrici del sesso, ma in inglese è meno ripugnante). La sostanza è di portare questo “lavoro” al livello di libera professione, favorire le cooperative per la gestione delle case e, soprattutto, far pagare le tasse a queste professioniste tramite partita Iva: si calcola un giro di quattro miliardi l'anno. Con la conseguenza di dare questo miserando mestiere una dignità falsa ed esteriore simile a quella interiore e reale, per esempio, delle infermiere: nel nome delle “pari opportunità” e di «fare del bene a povere ragazze» (La Nazione) le si condanna a restare nelle grinfie della mafia del sesso incoraggiandole alla scelta di un “posto fisso” in una cooperativa di Oas, “Operatori di assistenza sessuale” (Antonio Razzi, senatore Fi). Per incassare qualche centinaio di milioni lo Stato sarà davvero capace di gettare alle ortiche la dignità della donna? E gli eredi del vecchio socialismo sceglieranno davvero di buttare a mare una loro eroina dei doveri civili, partigiana e deputata quale Lina Merlin? E finanziare lo Stato (cioè tutti noi) con il mercimonio femminile? KIDS AND KINDNEYSIn inglese fa più effetto. «Vivere childfree si può». Attenzione: childfree cioè “liberi” dai figli, non childless, senza o privi di figli. Sono «coppie e singoli che hanno scelto di non diventare genitori e si incontrano on line» in un “movimento” con «migliaia di seguaci» in Italia, che «vogliono essere, orgogliosamente, fuori dal coro». In questo campo abbiamo, pare, un primato europeo: tra le donne nate nel 1965 (50 anni, cioè ormai fuori gioco), il 24 per cento è no kids, niente bambini. In inglese piace di più. In Francia il 10 per cento (la Repubblica, mercoledì 8). Che gelo di sentimenti (a meno che sia un orgoglio finto per nascondere che i figli non arrivano. Che tristezza invecchiare da egoisti e senza discendenza. Invece quanto amore in quella signora anonima che, a Milano, ha donato spontaneamente un rene (in inglese kidney) a uno sconosciuto per salvargli la vita.SANTI COMPLIMENTIMatteo Salvini, il Ciceruacchio della Lega, ce l'ha con i Rom, dei quali vorrebbe «radere al suolo» gli accampamenti. Per questo è stato criticato dalla presidente della Camera. Per difendere Salvini il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, se l'è presa con Laura Boldrini che da tempo gli sta antipatica e quando può la pizzica per screditarla, aggiungendo al suo nome o al suo incarico un altro nome che, da anticlericale vecchia maniera, ritiene essere un'irrisione. Così nel suo fondo di giovedì 9 l'ha citata due volte. La prima: «L'ira della Maria Goretti che presiede la Camera»; la seconda: «La Madonna di tutti i rifugiati». Laicista com'è, non si rende conto di esagerare nei complimenti.