UN'IDEA SOLA
di certe menti ristrette, col risultato che è facile che essa si trasformi in un'idea fissa. La coerenza è un conto, la mania è tutt'altra cosa. Come non ricordare la donna Prassede manzoniana dotata di poche idee tra le quali dominavano quelle storte «e non erano quelle che le fossero meno care»"? Passo, così, alla seconda osservazione che devo a un altro scrittore francese, André Gide (1869-1951) e alla sua opera Pretesti. Egli punta l'attenzione sulle "idee chiare e precise" che certamente sono da lodare fino a quando, però,
non si trasformano in idee rigide, simili a stampi freddi che coagulano e raggelano l'incandescenza della realtà. Sì, perché gli eventi e la complessità delle situazioni e delle cose esigono duttilità, capacità di comprensione, agilità mentale. Purtroppo spesso, in tutti i campi, compreso quello religioso, è facile che attecchisca il fondamentalismo. All'inizio si può anche partire con la giusta convinzione di combattere la deriva del relativismo, ma piano piano si scivola verso la grettezza, l'ostinazione, la sicumera, il disprezzo degli altri. E ha ragione Gide: avere idee così bloccate e perimetrate è già un'anticipazione del rigor mortis mentale e spirituale.