Un'intervista di Silvia Nucini a suor Maria Chiara Piccinini, diffusa in diretta sul profilo Instagram della rivista “Vanity Fair” (
bit.ly/2Ldzvc7 ) a partire dal tardo pomeriggio dell'Epifania, ha raccolto quasi 14mila visualizzazioni: un risultato nella media di tale genere di post sul profilo. L'intervista – meglio, il dialogo – fa parte della promozione del numero 2-3 del settimanale, la cui cover story (
bit.ly/3pWaEIl ) è dedicata – inusualmente, sottolinea la giornalista – a papa Francesco, scelto come simbolo di speranza, e alla fratellanza umana che egli ha posto a tema nell'enciclica Fratelli tutti. Ho saputo di questo video grazie al passa-parola delle amicizie locali, giacché suor Piccinini vive presso la parrocchia bolognese della SS. Annunziata, dove è responsabile di una comunità, la Piccola Fraternità di Nazareth, che è piccola anche di numero (quattro sorelle, un fratello che è pure il parroco, don Carlo Bondioli) ma non di sensibilità e di relazioni. Quanto a lei, basta interrogare la Rete per apprendere che, certo in forme non invadenti, tuttavia non è persona aliena dal prendere la parola in pubblico, allorché gliene viene offerta l'opportunità. Così si assiste a un dialogo gradevole, assai lontano dallo schema, un po' frusto, dell'ospite religioso invitato nei salotti delle reti tv generaliste a fare lo «specialista» ecclesiale in materia di fede e costumi e del conduttore/conduttrice che lo incalza pretendendo a sua volta di «saperla lunga». Silvia Nucini non vuole costringere la sua interlocutrice in uno schema ma anzi le lascia ogni libertà. Dal canto suo suor Piccinini è brava a utilizzarla, spendendo delle chiavi di lettura originali tanto per papa Francesco quanto per il modo con cui lei e la sua comunità cercano di vivere il Vangelo e la fraternità che esso insegna, in particolare praticando l'ospitalità. Parla di ciò che sa e che vive e non di altro, e lo fa senza «vanità».