Si chiama «emersione dei rapporti di lavoro» ma è pur sempre un condono l'ennesima sanatoria previdenziale in scadenza il prossimo 30 settembre. La legge finanziaria del 2007 ha offerto alle aziende l'«emersione», a prezzi scontati, dei lavoratori dipendenti mai denunciati alla previdenza. Il vecchio provvedimento è stato però prorogato dall'ultima finanziaria fino a questo settembre. I datori di lavoro che utilizzano questa sanatoria per la prima volta possono regolarizzare tutto il periodo completamente non denunciato, nei limiti della prescrizione quinquennale, cioè tra settembre 2003 e settembre 2008. Invece quelli che hanno già utilizzato il condono con l'offerta 2007 possono ancora avvalersi della proroga in corso ma soltanto per lavoratori diversi da quelli regolarizzati in precedenza. Come regola generale, la sanatoria richiede che vi sia stato, in premessa, un accordo preventivo, territoriale o aziendale, tra sindacati e datori di lavoro. I singoli lavoratori devono poi sottoscrivere un "atto di conciliazione" col datore a chiusura di ogni pretesa o diritto per il passato. Solo a questo punto si presenta domanda all'Inps, previo versamento di un quinto dei due terzi dei contributi omessi. Come altri condoni del passato, anche quello in corso estingue tutti i reati, le sanzioni e gli accessori per il lavoro irregolare (stimabili in circa 4 mila euro per ogni lavoratore) e prevede il pagamento, rateizzabile fino a 60 mesi, dei restanti due terzi della somma dovuta. Richiede però che i nuovi rapporti di lavoro con i dipendenti "emersi" durino almeno 24 mesi dopo la sanatoria.
Collaboratori. Committenti e collaboratori possono trasformare la co.co.co. in un rapporto di lavoro dipendente, anche part time, sottoscrivendo un atto di conciliazione completa e definitiva. Il committente, prima della domanda all'Inps, deve versare un contributo straordinario integrativo. L'importo è pari alla metà della quota dovuta dal committente durante il periodo di collaborazione. Insieme alla domanda, si deposita copia della conciliazione e del nuovo contratto di lavoro. Il debito residuo si paga in 36 rate mensili.
Domestici. Dall'attuale condono non sono esclusi i lavoratori domestici, colf e badanti. Un'occasione in più per le famiglie interessate a mettere in regola la propria lavoratrice. Di fatto, l'occasione si restringe però ai soli casi in cui la colf o la badante sia di nazionalità italiana. Poiché il condono non lo esclude, si può regolarizzare anche una lavoratrice extracomunitaria sconosciuta alla previdenza ma non priva dei regolari permessi. Si rischia altrimenti di innescare le procedure per il reato di clandestinità previsto dalle nuove regole sull'immigrazione. Lo scorso anno sono state pochissime le famiglie che hanno approfittato di questo condono, anche a causa della scarsa pubblicità dell'Inps al provvedimento e per giunta fatta in chiusura del termine. Il silenzio dell'Istituto prosegue tuttora.