Un centro per salvare le tartarughe marine
«Ci sono – dice il presidente della Dohrn, Roberto Danovaro – una sala operatoria con annesso reparto di radiologia, vasche per la degenza, alcune delle quali all'aperto, e laboratori. A regime potremo ospitare un centinaio di animali». Per il Centro sono stati investiti circa due milioni, dalla Regione Campania e dal ministero dell'Università e della Ricerca. Un altro ospedale delle tartarughe, più piccolo, funziona da anni nella sede centrale dell'Acquario, a Napoli.
L'obiettivo principale della struttura è di recuperare e rimettere poi in libertà il maggior numero possibile di tartarughe: i rettili marini sono infatti minacciati dall'inquinamento, soprattutto dalla plastica, dalle collisioni con i natanti, dai metodi di pesca non selettivi e dall'alterazione delle spiagge dove depongono le uova. «Ci proponiamo però – prosegue Danovaro – anche di svolgere attività di ricerca scientifica e di educazione ambientale. In alcune vasche, i visitatori osserveranno i danni che l'inquinamento arreca all'ecosistema marino».