Non è la prima volta che mi capita di raccontare di un congedo dai social. Accade nello sterminato ambiente digitale e nel piccolo mondo digitale religioso. Accade a utenti che contano poche centinaia di amici e ai protagonisti più popolari dell'infosfera ecclesiale. Questa volta il passo indietro si deve a don Mauro Leonardi, presbitero, scrittore, opinionista e blogger di origini lombarde ma che esercita il ministero pastorale a Roma, presso il Centro Elis. Il primo annuncio l'ha dato lo scorso 24 marzo con un sobrio post sul blog "Come Gesù" (
bit.ly/3LCiamF ): «Ho deciso di prendermi una pausa dai social». L'altroieri lo ha ribadito con un cartello su Facebook, Twitter e Instagram al quale i follower hanno reagito con comprensione e affetto, certi che sia solo un arrivederci. In tale testo il primo pensiero è per gli utenti più numerosi ma anche più atipici: quelli che, sulla pagina Facebook ufficiale, aderendo al quotidiano invito di don Leonardi postavano ogni sera a migliaia le loro intenzioni per la messa che egli avrebbe celebrato la mattina dopo. Li porterà nel cuore tutti, in ogni messa, assicura. Poi il motivo della decisione, maturata già da un anno: «Mi prendo una pausa perché sento il bisogno di investire maggiormente nelle relazioni delle persone che ho vicino». Infine un'onesta precisazione: «L'intervallo che si apre non significa nessuna disistima riguardo ai social», perché, ribadisce, essere lì è «una tessera fondamentale della vita. Però, appunto, è "una" tessera. Non l'intera vita». Il sottotitolo dell'ultimo, fortunato libro di don Leonardi, "Il Vangelo secondo TikTok", recitava: «Usare i social e restare liberi». Non si può dire che il suo autore non sia stato di parola. Senza per questo lasciare la scena pubblica: basta vedere i suoi articoli che continuano a uscire qui su "Avvenire".