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Un'antologia poetica che si compone con riflessi «ligustici»

Cesare Cavalleri mercoledì 12 settembre 2018
L'originalità dell'antologia poetica Riflessi di Liguria, curata da Carlo Giorgetti (La Vita Felice, pagine 196, euro 16,00), sta nell'aver raccolto testi inediti di ventisette poeti liguri di nascita o di desiderio. Con ciò sembra volersi dimostrare la vitalità militante di un'ispirazione geografica che, del resto, è solidamente collocata nella letteratura italiana: Montale, Sbarbaro, Caproni, Barile, sulla scia di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, dei fratelli Angiolo e Mario Novaro con la loro rivista La Riviera Ligure, sostenuta dall'industria di famiglia dell'Olio Sasso.
Proprio Giorgio Caproni, acclamato ligure ad honorem pur essendo nato a Livorno, aveva teorizzato nel 1956 La corrente ligustica nella nostra poesia, in quattro puntate su La Fiera letteraria (il poeta era perseguitato da un refuso: nelle citazioni, La corrente ligustica – cioè ligure – spesso diventava La corrente linguistica). La regionalizzazione della poesia, peraltro, mi trova dubbioso perché essere nato in un posto oppure in una altro ha una qualche importanza, ma in poesia ciò che conta è la lingua, e ligustica dovrebbe essere una poesia che fa percepire una certa brezza marina e un certo profumo di limoni. Ci sono, infatti, poeti nati in Liguria che esiterei a considerare ligustici: per esempio, Giovanni Giudici (Porto Venere, 1924), o Edoardo Sanguineti (Genova, 1930). E lingua ligustica non dovrebbe voler dire vernacolare che a me non interessa neppure negli esempi alti del gradese di Biagio Marin, o del friulano di Pier Paolo Pasolini.
Nell'Antologia c'è una lirica di Giuseppe Conte (Imperia, 1945) che sembra un po' il padre nobile degli antologizzati, i quali spesso si rifanno a prefazioni o interventi di Conte stesso, che qui si interroga su dov'è Dio e si accontenta di risposte minimali. Le tre poesie di Massimo Morasso (Genova 1964) si apprezzano per la varietà: la prima ragiona sullo spirito, «punta dell'anima», «cuspide del cuore»; la seconda è un breve sentimento esistenziale; la terza è completa di paesaggio, e può ben dirsi ligustica. La tavolozza di Morasso ha sicurezza di colori, confermandolo poeta di mantenute promesse.
Alessandro Rivali (Genova, 1977) anticipa alcune pagine del poema incentrato sulla figura di Caino, al quale sta lavorando da tempo. Un poema enigmatico, nel quale Caino è figura biblica della contemporaneità, talvolta identificata in soggettiva, talaltra osservata estraneamente come nei quadri di Hopper, espressamente citato. E i ricordi adolescenti riaffiorano come nei precedenti libri di Rivali: «L'incertezza dell'età di mezzo, / quando il codice delle finzioni / annienta la ricerca del senso». Poesia pensosa: «Ricordava l'arte del dialogo, sedersi all'ombra del platano / e interrogarsi sul male». Poesia colta, in cui la citazione dantesca («Il muro della terra») è un implicito omaggio a bel libro di Caproni: «Un principio d'alba / che forava il muro della terra / e rischiarava la terra di Caino». Bisognerà disporre del poema intero per una valutazione legittimata, ma l'anticipazione è promettente anche per la fedeltà del poeta a una versificazione che oltrepassa la misura sillabica senza concessioni alla prosa.
Della genovese Gabriella Musetti (niente data di nascita per le signore), piace questo rimando letterario: «ma come va piano il tempo / dice Szymborska / preferisco non chiedere per quanto / ancora e quando / ripete e sembra un po' annoiata / ma subito sorride /le mani intorno al viso schiude / e spunta l'eterna sigaretta / e poi come per caso / le donne non devono scrivere / poesia d'amore».
Nell'antologia non ci sono giovanissimi e il tono dominante è un lirismo indotto dal verso fin troppo libero. Oltre ai poeti già citati, completo l'elenco alfabetico dei ventitré rimanenti, qualora piacesse a qualcuno tenerli d'occhio: Elio Andriuoli, Vincenzo Bolla, Gabriele Borgna, Marco Ercolani, Lucetta Frisa, Lamberto Garzia, Rosa Elisa Giangola, Elio Grasso, Alessandro Guasoni, Mauro Macario, Francesco Macciò, Alessandro Mantovani, Luca Mozzachiodi, Riccardo Olivieri, Claudio Pozzani, Gianni Priano, Bruno Rombi, Giovanna Rosadini, Fabio Scotto, Enrico Testa, Angelo Tonelli, Fiorenzo Toso, Guido Zavanone.