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Umberto Eco, uno scrittore di successo al quale non si riesce a credere

Alfonso Berardinelli sabato 4 febbraio 2012
Due parole ancora su Umberto Eco, lo scrittore italiano più conosciuto nel mondo: più di Dante, più di Machiavelli, più di Casanova, puri nomi le cui opere sono lette solo dagli specialisti. Pinocchio è famosissimo. Ma andate a chiedere a un giapponese o perfino a un americano se ricorda chi è Collodi, e vedrete.
Eco è un uomo di buon senso, o meglio è un campione internazionale del senso comune. Non ha bisogno di fare calcoli, fiuta come un cane da tartufo che cosa la gente è disposta a leggere o almeno a comprare. In questo senso l'Eco uomo d'avanguardia è identico all'Eco autore di un romanzo popolare come Il nome della rosa, ora riproposto dopo trent'anni con qualche correzione dell'autore. Eco è stato l'avanguardista più d'avanguardia nel capire che l'avanguardia era morta, la sua ideologia non era più un buon affare e la letteratura, per esistere, doveva anzitutto vendere molto.
Sul valore letterario dei suoi libri si può discutere all'infinito. Ma una cosa sembra chiara: nonostante i trenta milioni circa di copie vendute nel mondo, i giudizi oscillano tra chi ritiene Eco un grande scrittore e chi lo considera solo un caso commerciale. Come la Coca Cola e le patatine fritte in busta, che non vanno incluse nella categoria degli alimenti veri e propri, i cuochi non se ne occupano e nei menù sono assenti, così i romanzi di Eco non sono materia di critica letteraria. Solo gli accademici ci hanno creduto. Ma loro studiano e basta, pensano che giudicare il valore di un libro sia troppo soggettivo.
La migliore battuta su Eco credo che l'abbia scritta il mio amico italianista Nicola Merola quando uscì Il nome della rosa: «Invece di mordere un cane, Umberto Eco ha scritto un romanzo». Come si sa, se un cane morde un uomo la cosa non fa notizia. La notizia c'è se è un uomo che morde un cane. Eco ha applicato questa regola semiologica e per fare notizia si è messo a scrivere romanzi. La cosa fa scalpore e questo lo appaga. Eppure Eco continua a essere il paradosso di uno scrittore di successo a cui tuttora non si riesce a credere.