Twitter compie 15 anni e si prepara a cambiare
Twitter compie 15 anni. Erano le 21.50 del 21 marzo 2006, quando l'allora 29enne Jack Dorsey pubblicò il primo «cinguettio» sulla piattaforma.
Quindici anni dopo, Twitter ha 350 milioni di utenti iscritti (190 milioni di utenti attivi ogni giorno) e quel primo messaggio è venduto all'asta su Valuables per 2,5 milioni di dollari.
Tutti ricordiamo come Twitter, all'inizio, fosse il social della brevità e della velocità (i tweet dovevano essere lunghi al massimo 140 caratteri). Ciò che forse non ricordiamo è che la sua nascita – come spesso accade nel mondo digitale e non solo lì – si deve ad un fallimento. Jack Dorsey e gli altri fondatori del social, Evan Williams, Noah Glass e Biz Stone, lavoravano a un servizio di podcast chiamato Odeo, che però fu travolto dal lancio dell'iPod della Apple e dalla nuova versione di iTunes. La storia (ma forse è più leggenda che storia) racconta che un giorno, «seduto in un parco a mangiare cibo messicano, all'ingegner Jack Dorsey (che temeva il fallimento di Odeo di lì a poco – ndr) venne l'idea di creare una piattaforma di messaggi di testo». L'idea piacque ai suoi soci e il prototipo fu pronto in due settimane.
A volere essere pignoli, le porte al pubblico furono aperte solo il 15 luglio 2006 (il 2009 in Italia), ma quella del 21 marzo 2006, quando Dorsey scrisse il suo primo messaggio sulla piattaforma, viene considerata ufficialmente la data nascita del «social dei cinguettii».
In quindici anni su Twitter è successo di tutto. Abbiamo scoperto che potevamo dialogare «da pari» con chiunque, anche con i potenti e i famosi, ma anche che accanto ad aneliti di libertà (dalla primavera araba sino alle recenti proteste dei contadini in India) il social poteva ospitare profili falsi, sistemi di manipolazione ed eccessi vari. Ne sa qualcosa persino Donald Trump, il cui profilo Twitter – lo scorso 8 gennaio, due giorno dopo l'assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori dell'ex presidente Usa – è stato sospeso definitivamente «per incitamento alla violenza».
Quest'ultima è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che già nel maggio 2017, Evan Williams, cofondatore di Twitter rilasciò al «New York Times» un'intervista che fece rumore. «Internet non funziona più, si è rotta» disse. «Pensavo che se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi liberamente e scambiarsi idee e informazioni, il mondo sarebbe diventato automaticamente migliore. Mi sbagliavo». E ancora: «Internet finisce per premiare gli estremi. Dopo 40 anni resta un'invenzione meravigliosa e miracolosa ma ha iniziato a corrodere se stessa e noi».
Dal 2015 Williams non guida più Twitter. Al suo posto c'è Dorsey. Il quale al Virtual Investor Day 2021 ha raccontato il futuro del social. La prima novità è che i tweet diventeranno sempre meno centrali. Tra le novità che Twitter sta testando c'è Fleet, uno strumento che permette di condividere contenuti che durano 24 ore. Sul modello di ClubHouse, ci sono poi le chat audio chiamate Spaces. Mentre Super Follows è una funzionalità che permetterà agli utenti che creano contenuti di guadagnare. Allo studio anche Communities, una nuova modalità per creare aree divise per argomenti, a cui gli utenti potranno unirsi per discutere di un tema. Per 4,99 dollari al mese, sarebbero a disposizione profili da professionisti con funzionalità «premium» (non ben specificate). In arrivo anche Revue, un sistema di newsletter legato a Twitter per veicolare meglio argomenti e interessi tra le aziende e i professionisti e i follower.
Per tutti è allo studio anche un sistema che potrebbe essere rivoluzionario. Potremo scegliere tra diversi algoritmi, così da vedere meglio gli argomenti di nostro interesse.
Insomma, 15 anni dopo, il futuro di Twitter sembra appena iniziato.