Non tutte le repliche vengono per nuocere, anzi: può succedere che un buon prodotto televisivo riacquisti significato, valore e attualità a distanza di tempo in un rinnovato contesto. È il caso di Nel mezzo del cammin, una lunga serie di puntate sulla Divina Commedia, con il professor Franco Nembrini, esperto divulgatore di Dante Alighieri, che Tv2000 mandò in onda la prima volta nel 2015 a cura di Monica Mondo e che ora ripropone il venerdì e il sabato in seconda serata. Il rinnovato contesto sono le celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo poeta, ma la cosa più interessante, a parte l'indiscussa bravura, è il modo informale con cui Nembrini, in maniche di camicia, immerso in una scenografia essenziale di fronte a un piccolo pubblico, affronta la Divina Commedia partendo dalla Vita Nova. Nembrini è infatti convinto che non si possa leggere e commentare l'una senza l'altra. «Io – dice – leggo la Vita Nova per introdurre la Divina Commedia. La prima è l'origine e la causa della seconda. Nella Vita Nova, con il racconto di quella straordinaria avventura che è l'amore di Dante per Beatrice, troviamo le radici e le motivazioni della Divina Commedia. Del resto lo stesso inizio della prima opera certa di Dante segna profondamente la nostra idea di Uomo. L'incipit che recita «In quella parte del libro de la mia memoria» sta a indicare quella facoltà che aiuta il presente ripescando nel magazzino dei nostri ricordi una musica, una poesia, un canto, che aggiunge ad ogni momento che passa un mattone alla nostra personalità. Ecco allora che nella struttura pensata da Nembrini si parte dal contestualizzare Dante nel Medioevo, per poi, attraverso la Vita Nova, avventurarsi nelle tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) con l'intento di approfondire i contenuti e riflettere sul desiderio perenne di verità, libertà e giustizia che i versi danteschi suggeriscono.