Continua a mietere successi, Tv2000. Gli ascolti diventano sempre più significativi. Aumentano i programmi di qualità: i più di produzione propria, altri d'importazione. Tra questi ultimi c'è senz'altro Sconosciuti, prodotto dalla Stand By Me, che a giorni approderà su LaEffe e dal prossimo anno, appunto, su Tv2000. Rai 3 lo ha mollato. Paolo Ruffini ha fatto bene ad assicurarselo. Ne valeva la pena. Sconosciuti, come scritto a suo tempo, sa raccontare storie normali e belle, vive e fresche di un'Italia che lotta, si vuole bene, cresce, si inventa professioni, si riunisce dopo momenti difficili, sorride e costruisce il proprio futuro. Ottimo acquisto, dunque, per un'emittente che ha avuto il coraggio di portare in prima serata, da martedì scorso, per parlare delle opere di misericordia, una versione del proprio programma pomeridiano di punta. È così che Siamo noi, condotto da Gabriella Facondo e Massimiliano Niccoli, è diventato anche Siamo noi-Lungo le strade della misericordia. Un viaggio in sette puntate per raccontare, nell'anno del Giubileo, la declinazione moderna e attuale delle opere di misericordia corporale. Esordio con “Dare da mangiare agli affamati e dare da bere agli assetati”. Originale e coinvolgente la lettura iniziale del Vangelo (il capitolo 25 di Marco) da parte di Lina Sastri. Ma per la versione prime time, il format ideato da Alessandro Sortino è stato solo in parte adattato. Non ce ne voglia la brava Gabriella Facondo, se diciamo, come esempio, che non è l'abito lungo a fare il serale. Forse ci vuole più ritmo e una durata minore. Anche una diversa disposizione dello studio. Non basta spostare i conduttori da una parte all'altra del tavolo. Va molto bene, invece, l'intervista sul divano. Quella funziona. C'è la forza della storia (nello specifico quella di Francesco e della sua famiglia costretta alla mensa della Caritas), c'è il pathos, c'è l'ottimo supporto della conduttrice, ci sono le inquadrature giuste. Insomma, con qualche accorgimento Siamo noi sarà sempre più una grande prima serata controcorrente, soprattutto se gli ospiti continueranno ad essere del calibro e della comunicativa di padre Giulio Albanese, di Erri De Luca, di don Maurizio Patriciello e con lui delle “madri orfane” della Terra dei fuochi. Bella e commovente anche la testimonianza finale della madre del figlio suicida, che però arriva ben oltre la mezzanotte.