Tutto quello che non avreste voluto sapere sui ladri digitali
I ladri sono tra noi. Lo vediamo tutti i giorni. Lo viviamo sulla nostra pelle, visto che quotidianamente (fonte Istat) vengono denunciati 7.500 reati, di cui oltre 4.000 sono furti.
E nel mondo digitale? Partiamo dalla buona notizia. L'Italia non è tra i primi dieci Paesi al mondo come numero di furti digitali. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti, al decimo la Svezia.
La cattiva notizia è che abbiamo poco da stare allegri. Secondo l'ultimo rapporto sulla sicurezza digitale rilasciato dal colosso Symantec, «negli ultimi 8 anni nel mondo sono state violate oltre 7 miliardi di identità». Italia compresa. Si tratta di account mail, carte di credito, conti bancari. Secondo Dell Securework, «per violare una carta di credito un bandito digitale chiede dai 7 ai 50 dollari». Mentre per rubare le credenziali bancarie di un correntista «il prezzo varia dall'1% al 5% del saldo che c'è sul conto da violare».
Ma davvero siamo così a rischio? Secondo quello che ha appena scoperto DefenseCode, società specializzata in sicurezza informatica, «per rubare le credenziali di accesso di un utente Windows che usa Chrome per navigare sul web, basta una manciata di secondi». Altro dato preoccupante: mediamente, nel 2016, «ogni 131 mail inviate, una conteneva una truffa o un programma pericoloso». Verrebbe da dire: beh, una mail su 131 non è poi così allarmante. A patto di non sapere che ogni giorno, ogni santo giorno, nel mondo vengono inviati oltre 250 miliardi di messaggi di posta elettronica. Significa che ogni giorni vengono spedite 2 miliardi di mail pericolose. Certo, non tutte vengono aperte, non tutte riescono nel loro intento truffaldino. Ma il dato resta inquietante.
Andiamo avanti. E saliamo in pericolosità e in capacità di danno. Avete presente il cyberattacco di venerdì? Il gruppo che ha diffuso il ransomware WannaCry ha minacciato di far circolare a breve nuovi codici ancora più pericolosi, in grado di violare computer e cellulari, e che li metterà a disposizione anche di altri. E mentre c'è chi si chiede quale sia il reale peso da dare a queste minacce, il prossimo SatComm 2017, che si terrà settimana prossima a Singapore, discuterà come aumentare la sicurezza dei satelliti di fronte ai sempre più frequenti attacchi informatici.
Insomma, nessuno è ormai immune da possibili attacchi o furti digitali. Persino nello spazio. Pensate solo se un cyberattacco riuscisse, anche solo per qualche ora, a mandare il tilt il sistema satellitare dei Gps, sul quale si basa buona parte della navigazione navale e terrestre. Il mondo perderebbe letteralmente la bussola.
I media le chiamano minacce hacker. Ma più che di hacker, si tratta di cracker (o Black Hat Hacker). Gli hacker, infatti, nonostante l'accezione comune che diamo a questo termine, non sono per forza pericolosi. Anzi, ogni esperto di sicurezza (che tenta di violare un sistema per testarne il livello di protezione) è un hacker. Mentre i cracker o i Black Hat Hacker, sono dei banditi come ci hanno insegnato i vecchi film western in bianco e nero, dove i cattivi avevano sempre il cappello nero (il Black Hat) per distinguerli facilmente dai buoni (quelli col cappello bianco).
I banditi di Shadow Brokers (il gruppo dell'attacco di venerdì) hanno anche minacciato di rubare i dati bancari di mezzo mondo (usando il network internazionale di trasferimento monetario SWIFT). Una bufala? Può darsi. Ma da anni le banche del mondo combattono una cybertruffa denominata Carbanak che – secondo il rapporto Clusit sulla sicurezza informatica – «ha già colpito oltre 100 istituti bancari appartenenti a più di 30 Paesi del mondo, Italia inclusa, con un danno stimato di almeno 1 miliardo di dollari».
Purtroppo i furti digitali sono reali, quotidiani e in crescita. E non si torna indietro. Semmai si va avanti, visto che a breve anche tutti gli elettrodomestici di casa saranno connessi a internet. Regalandoci nuove incredibili comodità, ma di fatto aumentando notevolmente anche i rischi.