Rimasta vedova con un figlio nella Parigi di fine anni Trenta, Evelyne si guadagna da vivere come spogliarellista in un locale notturno di Montmartre. Un giorno incontra Georges, un uomo che aveva conosciuto e amato in Canada dieci anni prima e per fingere con lui il benessere perduto si affida alla persona sbagliata. Attento e sensibile cantore di personaggi femminili, Max Ophuls, che torna nelle sale con Tutto finisce all'alba, film del 1939, coglie emozioni e stati d'animo della protagonista, madre e oggetto del desiderio, costretta a fingere allegria e spensieratezza, ma anche l'adesione a regole morali che è stata costretta a mettere da parte. Amore e morte continuano a incrociarsi nei film del regista che riflette pure sul tema del doppio, sulla ripetizione degli errori del passato e sull'impossibilità di costruire, come suggerisce il titolo originale
Sens lendemain, il proprio futuro. (A. De Lu.)