Tutti pazzi per la Puglia. Modello accogliente
Complice il terrorismo jihadista che ha colpito molte aree turistiche, ma non il nostro Paese, e le crisi in atto sulla sponda Sud del Mediterraneo, l'intero Mezzogiorno d'Italia vivrà un'estate-record sul piano dell'arrivo di turisti dall'estero. Ma il "fenomeno Puglia" brilla di luce propria e merita un'analisi ad hoc. Probabilmente ha ragione l'ex presidente della Regione Nichi Vendola, secondo cui «il merito fondamentale del successo della Puglia nel mondo appartiene ai pugliesi… a come nel corso del tempo sono stati capaci di interpretare il rapporto tra terra e mare, a come hanno saputo coltivare cose antiche e cose moderne con una straordinaria sapienza, senza disperdere l'antico e senza rifuggire dal moderno». Perché la Puglia ha saputo salvaguardare meglio di altre Regioni del Sud le sue bellezze naturali, legate essenzialmente al mare e alle coste, ed è riuscita soprattutto a ricucirle con l'entroterra: lo dimostra la riscoperta delle masserie pugliesi e dei trulli, che rappresentano oggi i simboli di un'offerta turistica di qualità che unisce mare e terra, gastronomia e benessere. Deriva direttamente da ciò il vero punto di forza dell'offerta turistica pugliese: la capacità di offrire (anche in questo caso, assai meglio di molte altre Regioni d'Italia e non solo) esperienze incredibilmente diversificate. Puntando non solo al turismo di massa – che ha fatto le fortune della coste spagnole e delle isole greche, e però rischia a lungo termine di portare più sfruttamento dell'ambiente che sviluppo – ma anche al turismo "premium", che si caratterizza per qualità dei servizi, attenzione al cliente, contaminazione tra cultura e natura.
In fondo, è proprio questa la via migliore per lo sviluppo del turismo (e complessivamente dell'economica locale) dell'intero Mezzogiorno. Una via originale e "desiderabile" da parte dei turisti di ogni latitudine.
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