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Tuteliamo meglio il nostro miele

Andrea Zaghi domenica 19 maggio 2024
Api d’oro. Anzi di più, api indispensabili per il significato produttivo ed economico che hanno. Senza questi insetti di fatto la produzione di cibo sarebbe ridotta ai minimi termini o comunque avrebbe notevoli difficoltà, con tutte le conseguenze del caso. È a questi concetti che rimanda la Giornata mondiale delle api voluta dall’Onu e che ricorre domani. Niente di bucolico, quindi, ma molto di concreto. Certo, ci sono le produzioni specifiche - come il miele di cui l’Italia importa grandi quantità - ma per capire meglio il significato concreto delle api basta rifarsi ai dati proposti dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che ricorda come il 90% delle specie di piante da fiore selvatiche del mondo e il 75% delle specie mondiali di interesse agrario dipendano per la loro riproduzione, interamente o in parte, dall’impollinazione operata da animali tra cui, appunto, gli Apoidei (a cui appartengono le api) che sono i rappresentanti più importanti. Stando ad Ispra, questi animali sono «il fondamento della sicurezza alimentare e il presupposto per la conservazione della biodiversità e della nostra stessa esistenza». Detto in termini economici, il valore del lavoro svolto dalle api e affini è stimato in circa 153 miliardi di euro a livello mondiale, circa 22 in Europa e 2,5 in Italia. Mentre la produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione ha un valore stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Api importanti, dunque. Anche per il mercato locale che è alle prese con importazioni di prodotti spesso non adeguatamente controllate. Stando ai coltivatori diretti, «per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità e sostenere i circa 75mila apicoltori italiani che curano 1,6 milioni di arnie, occorre sempre verificare con attenzione l’origine in etichetta» adesso resa obbligatoria. Insomma, anche ad insetti così indispensabili l’informazione
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