All'interno del programma di Rai Cultura Sciarada - Il circolo delle parole è andato in onda lunedì sera su Rai 5 il docufilm di Francesco Costabile e Federico Savonitto In un futuro aprile (ora disponibile su RaiPlay), dedicato a Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario della nascita, avvenuta a Bologna il 5 marzo 1922, anche se poi sarebbe cresciuto a Casarsa della Delizia, il paese della madre in Friuli. Infatti, In un futuro aprile racconta proprio gli anni giovanili passati a Casarsa, con le prime raccolte di versi in friulano, e i ritorni successivi in estate, fino alla dimora definitiva nel cimitero del paese dopo la tragica morte la notte del 2 novembre 1975 sul litorale di Ostia. Un giusto omaggio allo scrittore e regista attraverso il racconto del cugino Nico Naldini, a sua volta poeta, di cui hanno però colpito alcune affermazioni circa lo «scandalo omosessuale» che coinvolse Pasolini un'estate a Casarsa che gli costò anche l'espulsione dal Partito comunista. Secondo Naldini fu tutto «montato dai cattolici», che «quando ci si mettono sono degli assassini». Espressioni indubbiamente forti, un inutile scivolone in un film di testi poetici e di immagini anche belle in un vecchio e quantomai espressivo bianco e nero, che raccontano anche di un Pasolini inizialmente indeciso tra pittura (era stato a lezione da Roberto Longhi) e letteratura. E poi non è nemmeno così vero che i rapporti di Pasolini con i cattolici fossero pessimi. Con alcuni perlomeno non lo erano. Non a caso proprio alla fine del docufilm si vede padre David Maria Turoldo ad accogliere e accompagnare il feretro di Pasolini e si sa che rivolse nell'occasione anche un commovente scritto alla madre del regista. Oppure basti pensare all'amicizia con gesuiti come Nazareno Taddei e Virgilio Fantuzzi