Da una grande città del Nord Italia arriva una storia dolorosa, che riguarda una famiglia di origine straniera composta da padre, madre e tre bambini di 6, 5 e 3 anni. Il signor A è una manovale edile, la signora Z. non lavora per seguire i figli. Il più piccolo ha un handicap grave: il cervelletto non si è sviluppato bene (ipoplasia pontocerebellare) e questo comporta una serie di limitazioni: il bambino non vede e non sente bene, ha un ritardo psicomotorio, viene alimentato con ausilio meccanico (Peg) e per respirare ha bisogno di ventilazione meccanica. La situazione è dura: fino a qualche mese fa vivevano tutti in un monolocale dove la bombola di ossigeno del bambino stava a stretto contatto con la cucina a gas. La famiglia è assistita dalla Caritas, che la ospita in attesa dell'assegnazione di una casa popolare, e ha organizzato turni di volontari per portare i due fratellini più grandi all'asilo e seguirli al pomeriggio. Il piccolo ha bisogno di assistenza continua, spesso finisce all'ospedale e tutto diventa molto complicato. Anche se il papà lavora tutto il giorno, le spese da affrontare per l'assistenza del bambino sono ingenti: creme, farmaci non mutuabili, alimenti speciali, ausili... Presto ci saranno da acquistare anche i mobili per l'appartamento che sarà assegnato dal Comune. Si può aiutare questa famiglia in serie difficoltà anche con un piccolo contributo sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", piazza Carbonari 3, Milano. Assegni intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può fare un versamento ad Avvenire Nei Spa – La voce di chi non ha voce – Banco Bpm Iban IT05Y0503401741000000012201.