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Trattrici, la ripresina non basta

Andrea Zaghi sabato 21 giugno 2008
Un valore della produzione che supera i 7,5 miliardi di euro e che, rispetto all'anno precedente, è salito del 4,7%. Bastano questi due numeri per capire l'importanza della comparto delle macchine agricole in Italia. Dati notevoli e positivi che, tuttavia, non devono nascondere le difficoltà che il settore si trova ad affrontare. A partire dalla diminuzione del mercato interno
delle trattrici. La fotografia scattata a suon di numeri dell'industria delle macchine agricole in Italia è stata resa nota nell'ambito dell'assemblea 2008 di Unacoma (l'unione dei costruttori di macchine) e parla sufficientemente chiaro. Nel 2007 la produzione è stata pari a oltre 950mila tonnellate di cui circa 312mila relative alle trattrici e 646mila alle altre tipologie di macchine. Al di là dei dati generali, però, la stessa Unacoma fa rilevare che il mercato italiano delle trattrici è ancora in negativo e che nei primi cinque mesi dell'anno, ha fatto segnare una flessione delle immatricolazioni dell'1,8% rispetto allo stesso periodo del 2007, anche se c'è da dire che la diminuzione risulta molto più contenuta rispetto all'andamento dello scorso anno, che si era chiuso con un dato negativo del 9,8%.
La "ripresa" " o meglio la molto limitata perdita rispetto ad un anno fa " del mercato delle trattrici è la prova del nove circa l'atteggiamento degli imprenditori verso gli investimenti. Il motivo, stando alle valutazioni dei tecnici, sta nella graduale erogazione degli aiuti alla meccanizzazione previsti nei Piani regionali di sviluppo rurale. Ma potrebbe esserci anche stata una spinta dovuta al fatto che, in ogni caso, l'Italia, che ha un parco macchine più vecchio, deve recuperare le posizioni perse rispetto agli altri Paesi europei. Basta pensare che sempre nel primo trimestre dell'anno la Francia ha incrementato le immatricolazioni del 13,4%, la Spagna del 5,6%, il Regno Unito del 2,4%, l'Olanda del 5,2%. E' per questo che, fra l'altro, le vendite di trattrici italiane in Europa hanno già messo a segno un +11% rispetto al 2007.
Certo, il ruolo della meccanizzazione deve essere rapportato alle condizioni strutturali in cui si svolge la produzione agricola, condizioni che cambiano da Paese a Paese. Ma è indubbio che la meccanizzazione agricola continua ad essere uno dei segnali più affidabili dell'andamento del comparto a cui si riferisce. Le agricolture più in grado di effettuare investimenti stanno ancora una volta crescendo, mentre quelle - come l'italiana - in difficoltà in termini di risorse, accesso al credito, possibilità di investimento e capacità di pianificazione delle produzioni, stanno cercando di porre rimedio alle mancanza tecnologiche di cui soffrono. I dati riferiti al mercato interno, parlano più di operazioni di sostituzione di mezzi vecchi che di incremento della quantità degli stessi. E' anche da queste condizioni che passa la possibilità per le nostre imprese di essere competitive e di riuscire a mantenere le posizioni sui mercati internazionali.