Tra Stato e Chiesa: col Presidente o con i giornali?
Alla lettera, un testo di 3 anni orsono, e uno di tre giorni orsono: «Benedetto XVI: si deve imporre la fede allo Stato!» ("L'Unità"); «È il caso dell'Italia: le decisioni di legge sono la traduzione immediata e diretta di precetti e norme derivanti dalla fede" Questa è violenza» ("La Repubblica"). E l'ossessione porta a falsi ripetuti e mai corretti. Clamoroso quello che dura dal 24 giugno 2005: il presidente Ciampi accogliendo al Quirinale Benedetto XVI parlò anche di "laicità dello Stato", e da allora si scrive che lui "aveva replicato" alle pretese del Papa clericale. Oggi su tutti i giornali leggo echi dell'ampia intervista a "L'Osservatore Romano", in cui il presidente Napolitano elogia la «vitalità del rapporto tra laici e cattolici» e parla di «potenzialità di collaborazione» tra Stato e Chiesa ancora da «sviluppare» e «mettere a frutto». È cieco, il Presidente? O lo sono e lo restano certi giornali?