Le vicende artistiche che riguardano il Ducato di Lorena non sono molto diverse da quelle che hanno segnato la fortuna di gran parte delle splendenti corti rinascimentali europee, dalle Fiandre alla Castiglia, dalla Normandia alla Toscana; di una storia scandita da Prìncipi illuminati e lungimiranti, sicuramente attenti a consolidare il proprio potere politico ed economico, ma con una spiccata predisposizione per la bellezza e per l'eleganza. In una società particolarmente raffinata, in cui l'arte ha ricoperto un ruolo decisivo, la musica è stata di rimando chiamata a ricoprire un ruolo di fondamentale importanza, testimoniando con il suono una ricchezza che ha riguardato ogni campo dell'attività umana. Le Cappelle private riunivano così intorno a sé i migliori cantori del tempo, affinché potessero seguire i loro Signori nelle lunghe missioni diplomatiche come sui campi di battaglia, per poter garantire un consono apparato musicale in occasione delle funzioni liturgiche o durante le feste e i banchetti.
Nel disco intitolato La Chapelle des chantres des Ducs de Lorraine (pubblicato da K617 e distribuito da Ducale), sotto la direzione del tenore Dominique Vellard l'ensemble vocale Cantus Figuratus e quello strumentale La Traditora ripercorrono la stagione d'oro della musica sacra del Ducato di Lorena attraverso tre differenti livelli, tra loro distinti, ma in qualche modo complementari. Il primo riguarda Pierquin de Thérache (ca. 1460-1528), autore della ricercata Missa "O vos omnes", composizione a quattro voci di forte ascendenza fiamminga, costruita sul tema dell'omonimo mottetto di Loyset Compère. La sezione centrale del cd è invece dedicata a otto brani ricavati dal "Canzoniere dei Duchi di Lorena", pregiata raccolta di opere dovute alla maestria di alcuni tra i maggiori artisti attivi nella seconda metà del Quattrocento, da Gilles Binchois e Josquin Desprez a Jacob Obrecht e Alexander Agricola. Il progetto si chiude infine con un doveroso tributo al maestro di cappella Mathieu Lasson (ca. 1500-1553), di cui siamo invitati ad apprezzare soprattutto il mottetto Virtute magna, così affascinante e impeccabile da essere utilizzato dal sommo Palestrina come fondamento melodico per una delle sue celebri Messe.