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Tra querelle e contraddizioni la scommessa vinta dell'agroalimentare

Andrea Zaghi domenica 6 dicembre 2015
L'agroalimentare italiano è come l'Italia: pieno di contraddizioni. Vivace e produttivo, in prima fila in quanto a qualità e, contemporaneamente, sempre attraversato da contrasti interni che, spesso, sfociano in aspri scontri e manifestazioni di strada. Basta pensare a quanto è accaduto recentemente sul fronte del latte. Mentre continua la diatriba sulle indicazioni da porre in etichetta che divide industriali e agricoltori. Eppure, le diverse componenti della catena agroalimentare nazionale, vivono tutte, chi più chi meno, unperiodo tutto sommato positivo.Coldiretti ha fatto notare, sulla base dei dati Istat, l'aumento record del Pil in agricoltura, che nel terzo trimestre 2015 ha fatto registrare un +3,7% nel confronto con lo scorso anno. Un'accelerazione che non significa solo buoni prodotti, ma più occupazione e benessere. Esattamente quel che ci vuole per spingerelo sviluppo. Ma numeri positivi – seppur su livelli più contenuti – arrivano anche dall'industria alimentare che, sempre secondo i coltivatori di retti, ha fatto registrare in ottobre un fatturato in crescita dello 0,6%. Un dato che sottende movimenti più che buoni in prospettiva. A sostenere la crescita infatti sarebbe, secondo gli osservatori, l'andamento della domanda sia in Italia che all'estero dove nel 2015 si raggiungeranno vendite pari a 36 miliardi di euro. Certo, la prudenza dice che il recupero è ancora marginale rispetto al crollo che si è verificato negli anni della crisi, ma è un importante segnale positivo della ripresa, soprattutto perché la spesa alimentare continua ad essere una voce importante nel bilancio delle famiglie.Poi c'è il commercio, anch'esso in ripresa. Stando ai coltivatori, anche qui a trainare la ripresa al dettaglio sarebbe soprattutto il comparto alimentare che cresce nelle vendite del 2,3%, pari a più del doppio rispetto al non alimentare (secondo rilevazioni di settembre scorso). Qui, a ben vedere, il segno della crisi si coglie ancora tutto. A crescere di più, infatti, sono le vendite dei discount alimentari con un aumento del 3,6%.In ogni caso, l'agroalimentare è un comparto che cr esce, magari a velocità diverse, crea occupazione, fa tendenza, è sotto i riflettori del patriottismo moderno e dell'attenzione dei consumatori. Ma il conflitto è latente. Coldiretti, a proposito della distribuzione del valore, dice: «Ora la sfida è portare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gli agricoltori la giusta redditività». Frase consueta, ma motivata. Stando ai calcoli, in alcuni settori i prezzi pagati agli agricoltori faticanoa coprire i costi di produzione.