Tra Modena Nord e Predappio due raduni, due diversi disagi
Domande con le quali ieri si sono misurate le autorità locali incalzate dal ministro. Due pagine il “Corriere” dà a Modena; due colonne di taglio medio ai nostalgici in nero, chiamiamoli così: «Saluti romani e fez. Duemila nostalgici sfilano a Predappio». Già, quanti erano esattamente? Duemila anche per la “Repubblica” che sottolinea la presenza di «svastiche e celtiche», «quasi duemila» per la prudente “Stampa”, duemila anche per il “Fatto”, il “Giornale” di Predappio non parla proprio, quattromila per “Libero” che con Massimo Sanvito dirotta l’esecrazione dai fissati con il fascismo alla sinistra fissata con l’antifascismo: «I piddini si sono scatenati in una sfilza di mirabolanti dichiarazioni»; annota e sottolinea che «a Predappio le camicie nere sfilano da sempre, anche nell’ultimo decennio in cui la sinistra ha governato» e dà spazio a Salvini secondo il quale «parlamentari Pd difendono i rave party illegali e si preoccupano per il ritorno alla legalità». Opposti titoli su questo «ritorno alla legalità». “Giornale”: «La festa sta finendo». “Libero”: «Pugno duro. Finalmente». “Fatto”: «Piantedosi è pronto a manganellare gli “hippy” di Modena». Due volte compare «stretta». “Messaggero”: «Stretta di Piantedosi sui rave party»; “Stampa”: «La stretta del Viminale». © riproduzione riservata