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Torna Madame de Lambert, una moralista donna dei Lumi

Cesare Cavalleri mercoledì 21 settembre 2022
Marco Lanterna (Milano 1973), della scuderia di studiosi e traduttori di Nietzsche come Anacleto Verrecchia e Sossio Giametta, fa scoprire al pubblico italiano Madame de Lambert, scrittrice e pedagogista francese (1647-1733) celebre per il suo salotto all'Hôtel de Nevers, inaugurato nel 1710, e frequentato dai più bei nomi della cultura del suo tempo, da Montesquieu, a Fénelon, La Rochefoucauld, Marivaux, Fontenelle, Sacy. Era la stagione della Querelle des Anciéns et des Modernes (Polemica degli Antichi e dei Moderni) e Madame de Lambert è stata un po' forzosamente arruolata fra i Moderni, forse per la sua esplicita antipatia verso Omero: «Ordino alla mia modesta ragione di zittirsi, ma il mio sentimento è riottoso e indipendente. Non vi dirò dunque cosa penso. Immaginate che non pensi nulla, ma senta solo. Ecco, non sento nulla di bello quando leggo Omero. Omero mi annoia». Tuttavia, Madame de Lambert si pone come mediatrice tra Antichi e Moderni, entrambi ben accolti all'Hôtel de Nevers. Con il titolo L'altra metà del mondo. Scritti sul femminino (La scuola di Pitagora, pagine 128, euro 15), Lanterna traduce Avvisi di una madre alla propria figlia; Riflessioni novissime sulle donne o Metafisica dell'amore; Trattato della vecchiaia; Discorso sull'opinione di una dama; Lettere a vari su vari argomenti. Testi brevi e alcuni brevissimi, per i quali Lanterna riesuma il termine Lambertinage, parafrasando il Marivaudage che, secondo il Dizionario francese del Littré, è «quello stile [di Marivaux, appunto] in cui si sottilizza sul sentimento e l'espressione, spingendosi tuttavia non di rado sino alla bizzarria e all'alambicco». Il Lambertinage, si legge nel Dizionario delle donne dei Lumi, offre il posto d'onore alla sensibilità, e propone «di riconoscere alla donna per le sue facoltà intuitive, la supremazia sull'intelligenza maschile, in particolar modo nella ricerca delle felicità e della conoscenza, fattore di libertà per l'individuo di là da qualunque conformismo». Sia ben chiaro che Madame de Lambert e Lanterna non si occupano di femminismo, bensì di femminino, termine reso in voga da Goethe per indicare la femminilità nella sua essenza. La madre di Madame de Lambert era donna dissoluta: fu lei stessa a mettere in giro la diceria che il padre della scrittrice non fosse quello anagrafico, ma l'amante che lei sposò quando rimase vedova. Ci fu anche un intricato contenzioso giudiziario con la madre per l'eredità del nonno e del padre, che si risolse a favore della scrittrice che, con l'agiatezza, poté dedicarsi alla cultura salottiera. E non è da escludere che il moralismo di Madame de Lambert sia, come talvolta accade, una giusta reazione alla scostumatezza materna. Madame fu apprezzata da Leopardi, che la cita più volte nello Zibaldone, e dallo stesso Nietzsche; Fontenelle, ospite preferito all'Hôtel de Nevers, scrisse un commosso elogio funebre della marchesa.