Torna la Missa Dalmatica di Suppé combattuta pagina in cerca di Dio
La storia della Missa Dalmatica di Suppé è quella di una partitura persa e ritrovata due volte. La prima da parte del suo stesso autore, che appena quattordicenne aveva abbozzato l'intera opera per poi abbandonarla dimenticata nel cassetto delle sue fatiche giovanili; imbattutosi casualmente nel Kyrie ormai in età adulta, riuscì a farsi spedire da Zara le parti mancanti e sottopose l'intero impianto a una pesante operazione di revisione e riscrittura. Data alle stampe nel 1877 ed eseguita nel 1890, la composizione cadde nuovamente nell'oblio fino a tempi più recenti, quando è stata ritrovata e ricostruita da due fonti separate.
Parte da quest'ultima riscoperta la registrazione della Missa Dalmatica realizzata dal direttore Adriano Martinolli D'Arcy e dalla formazione vocale del Concentus Choir Bruneck, accompagnati all'organo da Martin Ranalter e da un terzetto di voci soliste maschili formato da tenore, baritono e basso (cd pubblicato da SoloVoce e distribuito da Codaex). Si tratta di un'interpretazione misurata e coerente di un lavoro fondamentalmente discontinuo nell'esito e nell'ispirazione, che tende a isolare le singole sezioni liturgiche come fossero numeri a se stanti, caratterizzati da immediatezza espressiva, varietà di soluzioni ritmiche, maestria contrappuntistica e da un'imponenza quasi scenografica in grado di evidenziare i debiti che Suppé pagava idealmente verso la scuola ottocentesca del melodramma italiano e i suoi grandi maestri, Donizetti, Rossini e Verdi su tutti.