Torino la saggia e Roma l'ariosa di Mario Soldati
l'oggi, il domani. La lettura di questo libro mi ha spinto a riprendere in mano Le due città, un romanzo del 1964, che ho ritrovato nell'Oscar curato da Massimo Raffaeli. Le due città erano Torino e Milano, nella storia di un torinese e di un torinese finito nel mondo, che più romano non si poteva, del cinema, non slegato da quello della politica. Una Torino saggia e compunta e una Roma un po' sbracata, si potrebbe dire, ma quanto ariosa la Roma del boom, che attirava torinesi e milanesi per la sua libertà saviamente cinica. Se Soldati dovesse riscrivere oggi Le due città, narrerebbe probabilmente un'altra differenza, proporrebbe un altro confronto, due altre città, e scoprirebbe che in un'Italia uniformemente piatta e provinciale due sole sono le città rimaste degne di questo nome, Milano e Napoli, la prima, pregi e difetti, la nostra unica città europea, e la seconda esplosivamente meridionale e mediterranea, la sola dove succedono ancora un sacco di cose, brutte e belle, ogni giorno dopo. Soldati ha amato e raccontato anche Milano e Napoli (la Napoli, per esempio, dell'amato Croce maestro di libertà), ma le considerava meno rappresentative della Torino della sua formazione gobettiana e della Roma della sua vocazione libertaria. Oggi si troverebbe più a suo agio a Milano e a Napoli, magari saltando, nella sua irrequietezza, dall'una all'altra.