Tutti noi prima o poi abbiamo fatto l'esperienza di Tommaso, la cui incredulità, dopo la risurrezione di Gesù, diventa un'occasione di conversione. Ma anche in altre occasioni questo apostolo, le cui origini non conosciamo, ha modo di manifestare tutta la sua umana imperfezione: quando Gesù decide di andare a Betania, il laconico commento di Tommaso è «andiamo anche noi a morire con lui». Quando all'ultima cena Gesù parla ai suoi del suo destino, lui dimostra di non aver capito molto il discorso. E infine l'episodio del capitolo 20 del Vangelo di Giovanni: dopo la risurrezione Gesù si presenta agli apostoli ma Tommaso non c'è. Al suo ritorno esprime incredulità; otto giorni dopo Gesù torna e si rivolge a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». «Mio Signore e mio Dio!» è l'immediata risposta di Tommaso. La conclusione riguarda tutti noi: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Secondo alcune fonti Tommaso sarebbe morto martire in India.
Altri santi. Sant'Eliodoro, vescovo (IV-V sec.); san Leone II, papa (VII sec.).
Letture. Romano. Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29.
Ambrosiano. At 20,18b-31; Sal 95 (96); 1Cor 4, 9-15; Gv 20,24-29.
Bizantino. Rm 9,1-5; Mt 9,18-26.