Leggo chilometriche articolesse, ascolto interminabili dibattiti, registro spavaldi soliloqui e mi rendo conto che il calcio è, nel Bel Paese, l'ultima sponda del nazionalismo. Mi riferisco, ovviamente, agli appassionatissimi, e non dico agli ultrà iperfaziosi ma a tutti quelli che non vanno in estasi per il “Tikitaka” al tramonto, per la fisicità britannica, per gli emiri parigini. Per la opulenta potenza della Germania dove peraltro finisce in gabbia per reati fiscali Uli Hoeness, l'amatissimo e bravissimo presidente del SuperBayern. E alla fine mi compiaccio - anche se un po' mi costa, da vecchio conservatore - per la progressiva sparizione dello sciovinismo nostrano, appena appena resuscitato all'alba della spedizione in Brasile, ancorchè diluito dalla presenza in maglia azzurra dei Nuovi Italiani, così diversi dagli oriundi del '34 e del '38 - quando ci aiutarono a vincere due Mondiali - e da quelli del '58, che ci fecero cacciare dal torneo svedese. Noi campanilisti ad oltranza, ad esempio, questa settimana non prendiamo appuntamenti dopolavoro, costringiamo i famigliari a un bagno di football, e ci affidiamo a un palinsesto tivù costruito per sapere con sicurezza chi vincerà lo scudetto, con qualche certezza chi andrà in Europa League e forse anche chi retrocederà. Mancano 4 giornate di campionato, ma tutto potrebbe decidersi entro lunedì. Per gli insaziabili, il menù più ricco di sempre ha un piatto forte anche stasera, Atletico Madrid-Chelsea di Champions, per la sfida fra Simeone e Mourinho, così come domani potremmo farci coinvolgere da Real-Bayern per tifare Ancelotti. Ma già giovedì sarà Italia davvero con Benfica-Juventus di Europa League, già Coppa bistrattata e oggi segnalata come torneo di vertice per consolare i bianconeri scesi dalla Champions per colpa del Copenhagen e del Galatasaray. Pronostico incerto, perchè il Benfica ha gli stessi limiti della Juve. Ed ecco subito dopo - magari mi sbaglio - la più grande abbuffata di tutti i tempi con 9 partite importantissime, una sola senza traguardi, Atalanta-Genoa. Lo scudetto potrebbe essere matematicamente deciso venerdì da Roma-Milan e lunedì da Sassuolo-Juventus, con effetti su retrocessione e Zona Europa; sabato propone un altro giro "europeo" con Inter-Napoli, occasione per Mazzarri per far contento Thohir e amareggiare De Laurentiis; Bologna-Fiorentina potrebbe cancellare (sob) il Derby dell'Appennino. Domenica all'ora di pranzo si gioca un bivalente Verona-Catania, nel pomeriggio quattro partite con in palio Europa e Salvezza: Cagliari-Parma, Livorno-Lazio, Sampdoria-Chievo, Torino-Udinese. Se qualcuno s'azzarda a definire povero e fiacco un campionato così, lo condanno a vedere tre volte Granada-Barcellona e Real-Almeria. Credetemi, i più ricchi sono loro ma i più divertenti siamo noi. E il calcio, come dicono i saggi, è pur sempre un “giuoco”.