Rubriche

“The Chi”, su Fox la città è un Far West

Andrea Fagioli martedì 17 luglio 2018
Una sorta di Far West dove farsi giustizia da soli a patto di avere un “ferro”, ovvero una pistola. A giudicare dai primi due episodi di The Chi (la domenica sera su Fox, canale 112 di Sky) sembra questo il contesto in cui si svilupperanno le vicende di alcuni componenti della comunità del South Side di Chicago (The Chi è il nomignolo con cui gli abitanti chiamano la città) che detiene il triste primato di morti violente in America: due omicidi al giorno. E sono proprio i morti ammazzati a far sì che s'intreccino le storie dei protagonisti: Brandon, aspirante cuoco; Emmett, giovane e scapestrato padre; Ronnie, barbone in cerca di riscatto; Kevin, ragazzino che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Attorno a loro le rispettive problematiche famiglie e un variopinto campionario di personaggi per una serie che inizia con l'omicidio di una giovane promessa del basket e con l'uccisione per vendetta di un quasi coetaneo che non c'entra niente con l'omicidio, ma sul quale erano caduti i primi sospetti. Al centro della storia non ci sono però le indagini, anche se almeno un poliziotto gioca un ruolo di rilievo. Lo sguardo si allarga sull'intera vita di un quartiere dove anche una scelta apparentemente semplice può determinare la vita e la morte. La violenza, la facilità di accesso alle armi e l'indifferenza delle istituzioni sono i temi portanti della serie che pone l'accento sul perché, in un ambiente suburbano come quello, anche i personaggi con le migliori intenzioni finiscano occasionalmente per commettere errori in un domino dalle conseguenze via via più pericolose, senza possibilità di redenzione. The Chi è firmato dall'afroamericana Lena Waithe, nata proprio in quei quartieri di Chicago e quindi in grado di tentare di umanizzare queste vite eternamente in lotta per la sopravvivenza e dare loro un volto e una storia perché non siano solo le protagoniste della cronaca nera del giorno dopo. Situazioni e dialoghi sono in alcuni momenti molto forti, ma sicuramente realistici. Lo scavo psicologico sui personaggi risulta spesso più interessante dell'azione tra le strade violente del South Side. Siamo ad esempio in attesa di capire come Brandon, che sogna di aprire un ristorante, riuscirà (sempre che ci riesca) a contrastare il desiderio di vendetta dopo l'omicidio del fratello.