Quant'è difficile l'amore tra sentimento e dovere. Lei, Alice Vaughan (Mireille Enos), è il migliore investigatore privato di Los Angeles. Lui, Benjamin Jones (Peter Krause), è un truffatore e «un truffatore, resterà sempre un truffatore». Riparte da qui la seconda stagione di The Catch, dieci episodi in onda il lunedì alle 22 su FoxLife (canale 114 di Sky) subito dopo Grey's Anatomy. Creati entrambi da Shonda Rhimes, The Catch approfitta del traino del medical drama statunitense, giunto alla tredicesima edizione, in onda ininterrottamente dal 2005, che continua a raccontare particolari medici, ma soprattutto psicologia e sentimenti. Tra le corsie si formano e si dividono coppie, rigorosamente etero e omosessuali secondo l'attuale politicamente corretto. Carriera e fatti privati s'intrecciano. I drammi del pronto soccorso si confondono con quelli tra le mura e i letti domestici. In The Catch, oltre al contesto, cambia il genere: al dramma si sostituisce, almeno a giudicare dell'inizio di questa seconda stagione, la commedia romantica. I toni sono più leggeri e scanzonati. Anche il cattivo è diventato buono. Nulla, per il momento, sembra ostacolare l'amore (a parte quell'affermazione sul truffatore). Per cui, chissà?, le serie si possono permettere qualsiasi colpo di scena. E poi i picchi drammatici o di commedia servono tutti allo stesso scopo: mantenere alta in qualche modo l'attenzione. Anche se The Catch, tra la tanta serialità che affolla i palinsesti soprattutto delle pay tv, non merita certo un posto di rilievo. Non è un caso che sui vari canali Fox, tra le tante ripartenze di questo mese (Teen Wolf, Outcast, No Offence, Modern Family) e dell'inizio del prossimo (Saving Hope, I testimoni), sia l'unica serie che non va in onda alle 21. Almeno che non sia per alcune scene che ricorrono persino al “pixellato” (alle foglie di fico, per intenderci). In realtà, The Catch è un prodotto piuttosto ibrido, che non prende più di tanto (anche la prima stagione aveva avuto ascolti altalenanti), che punta molto sulla fama degli attori e su un ritmo particolarmente accelerato del montaggio e dei dialoghi, che in questo caso finisce per esasperare una delle caratteristiche del racconto televisivo seriale che è l'accelerazione dei tempi narrativi. Insomma, quelli di The Catch sono troppo accelerati.