Se l’Europa vorrà salvarsi e vorrà tornare a essere un Continente che lavora per la pace, sul proprio territorio come nel resto del mondo, non potrà fare a meno di coltivare la memoria delle proprie radici. Ieri la liturgia ci proponeva la figura di san Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, oggi il catalogo dei santi riporta i nomi di Ermagora (o Ermacora) e Fortunato, autentici pilastri della Chiesa e della cultura dell’Europa centrale, che ha le proprie radici nella Chiesa di Aquileia. Le due figure menzionate, infatti, furono il primo vescovo di Aquileia, Ermagora, e il “suo” diacono, Fortunato: grazie alla loro opera, che si colloca verso la metà del III secolo, il Vangelo ha raggiunto popoli e culture diverse, tutte “figlie” della tradizione aquileiese. Secondo alcune fonti Ermagora era in qualche modo collegato a san Marco, ma le date non coincidono, anche se gli storici concordano su un legame, molto probabilmente basato sugli scambi commerciali, tra Aquileia ed Alessandria. Scambi che permisero il confronto anche tra culture, idee e persone; scambi che ci ricordano che l’umanità da sempre attraversa le sponde del Mediterrano cercando l’incontro e l’avvicinamento tra terre diverse. I due santi, che per la tradizione morirono da martiri, oggi sono patroni dell’arcidiocesi di Gorizia, dell’arcidiocesi e della città di Udine e di tutta la Regione Friuli Venezia Giulia. Restano l’icona di un’Europa fondata sui valori del Vangelo.
Altri santi. Santi Nabore e Felice, martiri (IV sec.); san Pietro Khanh, martire (XIX sec.).
Letture. Romano. Gen 41,55-57;42,5-7.17-24; Sal 32; Mt 10,1-7.
Ambrosiano. .
Bizantino. 1 Cor 9,13-18; Mt 16,1-6.
t.me/santoavvenire