Teologia e spiritualità di un'offerta di candela
L'autore accompagna passo passo, come se commentasse un video al rallentatore, l'«azione del corpo» del fedele che si muove verso il luogo «scelto come propizio e adeguato», della mano che prende l'oggetto-candela e, accendendola, la «trasforma», anzi, la «trasfigura» in un simbolo, e consegnandola compie «il vero atto di culto», giacché vi si identifica.
Spero e credo che molti si ritroveranno in questa lettura, che libera l'«offerta di candela» (così la sentii chiamare da una bambina, tanti anni fa) da qualsiasi pregiudizio di superstizione o scaramanzia e ne coglie la ricchezza e la qualità. «Forse è così – conclude infatti il post – che la fede diviene vita, è grazie al "gesto" (e a questo gesto) che la fiducia nella Vita si rende presente: quella cera che arde dice molto, anzi dice "di più". Essa sussurra dolcemente, come solo le vere preghiere sanno fare, "io sono qua, sono davanti a te, e ci sarò anche quando me ne andrò, perché quella fiammella che arde ti ricorderà sempre la mia presenza"».