Teologia, educazione e spettacolo nel «San Nicola di Bari» di Bononcini
Tralasciando le più conosciute vicende miracolose compiute dal Vescovo di Mira " morto in odore di santità intorno al 350 e i cui resti furono trasportati a Bari nel 1087 " l'ispirato libretto del letterato Silvio Stampiglia si cura infatti di intrecciare una trama di alto spessore morale e teologico, dottrinale e apologetico; e il Santo taumaturgo, protettore di bambini, marinai e prigionieri, ci viene presentato in una veste per certi versi inedita: quella del giovane adolescente, seguito passo passo nel "reality" dei suoi legami famigliari e dei rapporti con i suoi coetanei. Il San Nicola di Bononcini " eseguito per la prima volta a Roma nel 1693 " racconta così una storia esemplare di obbedienza e disponibilità, di affetti sinceri, tormenti e pentimenti; una celebrazione esaltante delle virtù cristiane, che il compositore parmense si sforza a ogni passaggio di rivestire dell'adeguato accompagnamento sonoro, con effetti di riuscita drammaturgia teatrale e di alto valore artistico.
Con tale spirito l'oratorio è stato riproposto in una recente incisione discografica (pubblicata dall'etichetta Ramée e distribuita da Jupiter) nell'interpretazione realizzata dall'ensemble strumentale belga "Les Muffatti" diretto da Peter van Hayghen e da un quartetto tutto italiano di cantanti solisti, meritevole di una speciale menzione: i soprani Lavinia Bertotti ed Elena Cecchi Fede rispettivamente nei ruoli di San Nicola e di sua madre Giovanna, il basso Furio Zanasi è il padre Epifanio mentre il contralto Gabriella Martellacci impersona l'amico convertito Clizio. Gli interpreti principali di un'esistenza condotta lontana da successo, clamori, mondanità e riflettori: uno spettacolo di vita.