Dio si mostra «a coloro che possono vederlo, quando hanno aperti gli occhi dell'anima. Tutti hanno i loro bravi occhi, ma qualcuno li ha velati, incapaci di vedere la luce del sole. Il fatto però che i ciechi non vedono, non dimostra affatto come la luce del sole non appaia»: è l'insegnamento, antico quanto prezioso di san Teofilo di Antiochia. Il vescovo vissuto nel secondo secolo indica la via per trovare Dio e, in particolare «Libri ad Autolico», ripercorre la fitta trama di «cercatori della verità» del sapere antico, fino a culminare nell'annuncio del Dio di Gesù Cristo. Si tratta di una via che ognuno può percorrere nella propria anima. Formatosi alla scuola dei pensatori classici, Teofilo era nato nella regione tra il Tigri e l'Eufrate in una famiglia non cristiana; convertitosi al cristianesimo dopo aver studiato le Scritture, divenne vescovo di Antiochia forse nel 169. Per vedere Dio, scriveva nella lettera indirizzata all'amico pagano, bisogna curare gli occhi dell'anima, troppo spesso oscurati dai peccati. E la cura è Dio stesso, che «per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita».
Altri santi. Santa Chelidonia di Subiaco, vergine (1077-1152); beata Alessandrina Maria da Costa, laica (1904-1955).
Letture. Romano. Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46.
Ambrosiano. 1Tm 2,8-15; Sal 144 (145); Lc 21,20-24.
Bizantino. Col 1,18-23; Lc 8,22-25.