Èbene averlo chiaro. E serve insistere ancora: cantar femminile non è facile. Neppure cantar femminile nella normalità: le tante donne che combattono la vita giorno per giorno per i loro uomini, i loro figli, le loro famiglie. Ci vogliono maestri della canzone: gente come Valerio Negrini, che nel repertorio degli indimenticabili Pooh la donna ha saputo cantarla, con rispetto e acume, come pochi altri. Ed è bello, rileggere come un giorno, nel 1984, è riuscito a farlo. «Un caffè per scaldarti il motore, lunedì non è certo il giorno migliore, ma il bambino si sta per svegliare e lo specchio gentile non è, con chi sta in piedi alle sei… La radio canta in inglese come ai tempi che scappavi di casa disarmata, struccata, curiosa: lui sembrava un capo guerriero, ma un figlio e due valigie improvvise t'hanno fatto guarire di lui… T'assomiglia davvero, crescendo, il tuo piccolo campione del mondo: e c'è un uomo gentile, normale, che ti trova bellissima; e tu, da un po', ti piaci di più… I tempi sono caldi e migliori, puoi prenderti un permesso e sognare: soldato, hai combattuto e hai pianto, e hai messo molti fiori al balcone… Ne avessimo di queste persone in giro per le nostre città! …Una doccia di sole, un Martini, mezzogiorno d'estate pieno di suoni: hai ancora un gettone e lo spendi …per te stessa, per dire di sì».