Festeggiare il compleanno di Giuseppe Baudo in arte Pippo, nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, significa festeggiare la televisione italiana. Pochi altri come lui ci si identificano appieno, in particolare con la Rai, dove il presentatore per antonomasia ha trascorso quasi tutta la carriera, si potrebbe dire la vita, ad eccezione di qualche breve e non fortunato periodo all’allora Fininvest. Per cui la ripartenza su Rai 1 (dopo il Tg1 delle 20,00) di Techetechetè, per l’appunto il 7 giugno, non poteva che essere dedicata a un Pippo birthday to you a firma di Massimiliano Canè, che grazie al montaggio di Massimo Capobianco ha messo insieme una quarantina di minuti in cui non è certo stato facile inserire il maggior numero possibile di programmi condotti da Baudo. Certamente è stato più facile, vista la quantità, rintracciare il materiale necessario in quel prezioso pozzo che sono le Teche Rai, che permettono al programma che più di ogni altro contrassegna l’estate televisiva di non essere più un riempitivo, un semplice traghettatore verso la prima serata, ma uno spazio che grazie al lavoro di più persone, soprattutto per le ricerche nell’archivio audiovisivo, ha acquistato una propria dignitosa autonomia, dando ogni sera un senso compiuto a brani e spezzoni di programmi, che hanno fatto e fanno la storia della televisione italiana, opportunamente montati in sequenze autonome senza nessuna forma di presentazione o di coordinamento (quasi una contraddizione rispetto alla professione del personaggio celebrato). Ogni puntata finisce anche per raccontare, al di là della trasformazione della tv, l’evoluzione dei costumi e delle abitudini degli italiani. Anche se, come sottolineato altre volte, non sarebbe male che Techetechetè fosse ripensato e magari svecchiato insistendo un po’ meno sul solo effetto nostalgia.
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