Sul selciato del cortile
L'Imperatore è morto. Muoiono di guerra o fame in milioni, ed è morto semplicemente un gatto. Lo so. Ma il problema sono quei occhi sbarrati, come vedessero qualcosa di mai visto e intollerabile. Non sentiva le nostre carezze e le nostre voci, il gatto, fissava solo quel buio che gli si parava davanti. Senza tentare di fuggire. Docile alla morte.
L'altro problema è che, in quegli occhi d'oro, la morte l'ho vista anche io, l'ho riconosciuta - come si riconosce una donna dal suo profumo, quando ti passa accanto. La morte carnale, il male di vivere di Montale - («era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato»). E ho avuto paura - per me, per tutti. Ma Cristo è risorto, mi sono ripetuta, in affanno. Senza la notte del Sabato, tutto sarebbe solo polvere.