Sul monte «con Abramo»? No «Con Gesù» crocifisso e risorto
Abramo, come in tutte le religioni primitive, “crede” di dover sacrificare quel figlio, pure unico e sospirato, ma “impara” – rivelazione assoluta – che questo suo “nuovo” Dio non chiede, ma offre. È la “novità” della Bibbia, “Primo” e “Nuovo Testamento”. Ogni immagine di Dio avido di sacrifici umani, anche se incollata per secoli nelle pratiche di tanta parte dei cristiani, cattolici compresi, è immagine falsa, che diciamo “religiosa” nel senso di “religione” come sforzo umano di impadronirsi delle verità sconosciute con il “mito”, e di controllare le realtà ingovernabili con il “rito”. Perciò André Dubarle ha scritto: «In religione la scienza fa il deserto!» No, questo Dio di Abramo, poi di Mosè e dei profeti, nella rivelazione cristiana ci offre il suo Figlio Unico, l'ebreo Gesù di Nazareth fratello e salvatore rivelandoci che è amore, e che – intuizione precisa di Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa e maestra dei teologi – «la proprietà dell'Amore è nell'abbassarsi»: Dio con noi, Emanuele, nato per noi, morto e risorto per noi!