Sono significativi, per quantità (oltre seicento) e per qualità, i commenti raccolti sulla pagina Facebook di “Avvenire” (
tinyurl.com/mr283nta), a partire dalla mattina di sabato 7 ottobre, dall’articolo di Giacomo Gambassi (
tinyurl.com/56mpvnyr) con il quale il nostro quotidiano riportava i risultati di un’indagine sul comportamento religioso degli italiani commissionata dalla rivista “Il Regno” e presentata il giorno prima a Camaldoli. L’oggetto del dibattito è riconducibile al titolo dell’articolo: “Si riduce il popolo delle parrocchie. E vota (per lo più) a destra”.
Scorro i commenti in modalità “più pertinenti” e vedo che una porzione di essi, quella relativa ai comportamenti elettorali, appare tendenzialmente più lapidaria, distribuendosi ai lati estremi della polarizzazione che un tale argomento può suscitare. L’altra porzione, invece, appare moderata nei modi, si esprime con frasi lunghe e articolate (per quanto possibile su questi mezzi) ed è più incline a mettere in comune le proprie valutazioni: vuole trovare le spiegazioni più convincenti ai fenomeni di disaffezione comunitaria che l’indagine ha messo in luce, ed eventualmente proporre qualche soluzione.
Non voglio dire che si sia tenuta una sessione sinodale digitale, ma certo ho colto un modo di confrontarsi affine allo stile proposto con insistenza al popolo di Dio in questi ultimi anni. Tuttavia, non posso né voglio farne qui la sintesi: i testi sono disponibili per chiunque voglia consultarli e interloquire a sua volta. Preferisco segnalare, a proposito della pratica religiosa, due figure, non isolate ma certo laterali, che mi hanno colpito.
In una di esse si osserva chi, avendo smesso di andare regolarmente a Messa, cerca di farsene una ragione: o dal lato della prassi, affermando che «se la famiglia non condivide, bisogna fare dei compromessi», o dal lato della teoria, sostenendo che per apprendere il comandamento evangelico è sufficiente entrare in chiesa una sola volta, e che dopo si tratta se mai di viverlo. Nell’altra figura vi è invece chi, dopo lunghi periodi trascorsi lontano dalla Messa e dai sacramenti, vi si riavvicina e si scopre atteso tanto dalla comunità quanto dal Signore, «che desidera vederti attorno all’altare». E non si capacita di come abbia potuto rinunciarvi per tanto tempo.
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