Forse, se non ci fosse la ragazza, il passeggero si rassegnerebbe. Il treno è buio e triste, popolato di volti rassegnati o minacciosi, però è il suo treno. A meno che non ci sia un errore, certamente. Il dubbio gli viene quando si accorge dell’altro convoglio, fermo nella stessa stazione. Gli scompartimenti sono luminosi, i passeggeri – eleganti e vestiti di bianco, come se fossero appena sbarcati da una yacht – si passano di mano i trofei vinti in chissà quale competizione. E poi c’è la ragazza, bellissima e bionda, che nota il passeggero nella carrozza dei miserabili, gli sorride, gli manda un bacio. È a quel punto che il disperso si ribella, chiama il controllore, pretende di cambiare posto, ma ormai non c’è più da discutere: il viaggio è già cominciato. Strano soltanto che, anziché prendere direzioni opposte, i due treni sembrino procedere verso la stessa meta. Stardust Memories (1980) rimane uno dei film più ambiziosi di Woody Allen, che qui si ispira in modo evidente al Fellini di 8 ½. Quella che abbiamo descritto è la sequenza iniziale, che gode di autonoma notorietà per via dell’abbagliante presenza della ragazza sul treno dei beati, una giovanissima Sharon Stone al suo debutto. Motivo in più per non sottovalutare mai una comparsa, anche se si trova sul binario sbagliato.
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