Sui «miei santi in Paradiso» correzioni e speranze vive
Con lui un solo incontro personale, ma spesso qualche scambio veloce di biglietti che una volta mi indirizzò così: «Al mio pignolissimo critico». In uno di essi (25 ottobre 1991) scrisse: «Grazie, caro Gennari, dell'apprezzamento sul mio commento alla visitata Chiesa cinese. Con i miei saluti». Promosse già allora i contatti con la realtà viva della Chiesa in Cina, e per questo fu criticato da molti, anche di Chiesa, che vedevano nella cosa una concessione al mostro del comunismo, e lo dissero anche "traditore".
In questi giorni segnali nel merito. Qui (8/1, p.4): «Tra Santa Sede e Cina una pagina nuova». Su "L'Osservatore Romano" vari titoli per nuovi contatti Vaticano-Cina, e ieri «Il leader nordcoreano a Pechino»: in prima! C'è ancora nel mondo di oggi, forse anche nel mondo cattolico, chi non riesce a sentirsi vivo senza pregiudizi sul nuovo che dà speranza e respiro, e pensa a Chiesa e mondo come cose del proprio cortile privato. Ecco: segni di speranza anche in nome della Santa Sede, con buona pace di qualche sciagurato che pure dovrebbe capirne, ma oggi scrive, testuale: «L'ultima certezza della Chiesa (di Francesco) è l'immigrazione». Miserie!