Sui blog la ripresa delle Messe: c'è chi contesta e chi contempla
Oggetto del racconto, ambientato in una chiesa parrocchiale nella giornata di lunedì 18 maggio, due cesti posti presso il presbiterio a poca distanza tra loro. Uno destinato a raccogliere gesti di carità, l'altro, aggiunto dopo l'inizio del lockdown, in cui venivano lasciate, scritte, le intenzioni di preghiera che poi alla sera il parroco portava, letteralmente, sull'altare della Messa, rendendo in tal modo il suo popolo presente. Marcotullio si ferma a contemplare l'ispirazione di chi, impossibilitato a celebrare insieme la frazione del pane e tanto più sollecito dei fratelli in difficoltà, si è trovato a «glissare in un cesto identico a quello destinato alla carità» le intenzioni che ne animavano la vita spirituale. E annota: «Mi è balenato agli occhi lo splendido nesso tra il mistero eucaristico e il ministero diaconale, nesso fatto non di diritti e di rivendicazioni, ma di pura e oblativa carità».