Su latino e romanesco rischi di narcisismo acuto
In tema di lingue tra l'altro ("Corsera", 13/7, p. 10) polemiche in tema di insulti "nordici" ai romani con una serie di testi in dialetto romanesco, ma con qualche perla fuori registro: «Annamose» per «Annamosene», e «dovete sempre da rompe», con quel «da» che non c'entra niente... Veniale! Vale anche – ancora "Corsera" (15/7, p.45) per "Uno sguardo laico sulle Scritture: così si coglie il mistero". Il titolo presenta la pubblicazione di una grande collana della Piemme, "I libri della Bibbia" con traduzione ufficiale della Cei, ma ciascuno con «l'introduzione di personalità del mondo culturale laico, anche non credenti».
Ottima iniziativa, cui forse in quel titolo manca un realistico "anche", che c'è nel sommario. Messa seccamente così parrebbe che con uno sguardo di fede, e questo addirittura sulle Scritture, non si colga «il mistero»! Un po' troppo, e torna in mente il richiamo prudente ad "essere meno Narcisi"! Forse San Girolamo, il primo che ha tradotto in latino l'intera Bibbia non poteva, in quanto credente, cogliere... «il mistero»? Talora l'entusiasmo per qualche novità fa diventare ingenui a propria insaputa: entusiasmo diverso da quello che esaltava il latino con errore di sintassi e grammatica! Narciso così è in pagina, Bellezza!