A Giallo ci sono più ispettori che altro. D’altra parte il titolo stesso del canale, Giallo appunto (numero 38 del digitale terrestre), la dice lunga. Ecco allora che scorrendo il palinsesto ci si imbatte nell’ispettore Barnaby, nel giovane ispettore Morse, nell’ispettore Gently, nell’ispettrice capo Vera Stanophe, nell’investigatore Wolfe e da martedì scorso nell’ispettore capo Adam Dalgliesh, protagonista dell’omonima serie televisiva britannica, basata sui romanzi della scrittrice Phyllis Dorothy James, giunta alla seconda stagione. Ambientata nell’Inghilterra vintage e un po’ cupa degli Anni Settanta del secolo scorso (si vedano i basettoni, i pantaloni a campana, ma anche la Jaguar alla Diabolik), L’ispettore Dalgliesh (interpretato dall’attore inglese Bertie Carvel già visto in The Crown) racconta, tra ritmi lenti, situazioni inquietanti e musica di circostanza, di un poliziotto di Scotland Yard con la passione della poesia (le sue raccolte liriche sono pubblicate con successo), che cerca di superare il trauma causato dalla morte della moglie immergendosi totalmente nel lavoro nel quale si fa forte della sua straordinaria capacità di analisi dell’animo umano e risolvere così i misteriosi crimini sui quali è chiamato a indagare. Ben quattro le vittime dell’episodio di martedì in replica oggi in seconda serata. Molti gli indiziati, per motivi diversi, ognuno con qualcosa da nascondere, ma alla fine l’assassino è uno, che ovviamente non sveliamo. Diciamo solo che al momento in cui Dalgliesh lo smaschera cita Plutarco («I ragazzi lanciano pietre alle rane per scherzo, le rane non muoiono per scherzo, muoiono sul serio»), ma l’assassino crede si tratti di Shakespeare. Ad esseri corretti la citazione è a metà strada tra Plutarco e Erich Fried, il molto meno noto poeta contemporaneo austriaco naturalizzato inglese che l’ha riadattata.
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