Storie di ordinaria economia, un arrivederci
Per scelta ho deciso di incontrare realtà di medie/grandi dimensioni che avessero i "conti a posto", perché se avessi fatto diversamente avrei reso un cattivo servizio a chi crede nell'etica come strategia d'impresa. E nel dialogare con loro ho lasciato che i racconti prendessero forma naturalmente, certo soltanto che i risultati positivi raggiunti fossero frutto di riflessioni e scelte che valeva la pena svelare. Ho provato ad arrivare a delle conclusioni in modo induttivo, seguendo il filo logico delle storie e lasciando che fossero i fatti a divenire il vero portato di questa esperienza. Così, rileggendo a distanza i 24 articoli mi rendo conto che hanno raccontato storie diverse ma accomunate tutte da un filo rosso che lega Arimondo, nata 300 anni fa, a Nau, poco più che adolescente, Assimoco, gruppo assicurativo della Milano che conta, a Gulliver, cooperativa che si occupa di disagio sociale.
Tutte realtà che vivendo ambiti diversi si muovono all'interno di strategie diverse ma ispirate da alcuni principi fondamentali affinchè il "sistema azienda" possa produrre un valore sostenibile. L'attenzione al capitale umano innanzitutto, alla persona nella sua complessità e sacralità: una cura che non si limita alla sensibilità personale ma si esplicita in azioni concrete e sistematiche, un processo quasi "educativo" sviluppato con metodo e umanità. Ne cito solo alcuni altri, tra i più significativi, come lo sviluppo di un "capitale" antico ma modernissimo, la fiducia, attraverso la costruzione di relazioni più trasparenti e autentiche. L'abate Genovesi, il fondatore nel 1700 della prima cattedra di economia, poneva la relazione fiduciaria al centro del funzionamento del sistema economico; non so quanti di loro ne conoscono l'opera, so bene però quanto le realtà incontrate investano in questa direzione e quanti risultati ne conseguono. E infine la certezza che l'impresa è un "bene sociale" in grado di creare valore economico proprio grazie alla sua capacità di oltrepassare i soli fini economici per realizzarne altri più grandi e più duraturi. Con questo articolo saluto anche i lettori della rubrica nella speranza che le storie raccontate siano divenute un piccolo "diario" di viaggio e che possano rimanere nel cuore di ciascuno a testimoniare che là dove c'è l'uomo e la sua umanità imperfetta c'è comunque sempre la possibilità di realizzare imprese che ne testimoniano nel tempo la sua grandezza.