Tra superbombe e meganaufragi, autovetture di alta cilindrata condotte da adolescenti che si schiantano a 140 all’ora dove il limite è di 50, catastrofi varie e assortite frutto di odio e risentimento, malasanità e malascuola, Press Party tenta una fuga disperata verso almeno un episodio di bene – e sarebbero innumerevoli – che i quotidiani ritengano degno di farsi notizia. Trovato! Sì, gli ex alunni della Quinta D del liceo scientifico Gobetti di Torino, anno scolastico 1979-80, hanno trovato Umberto Gastaldi, il loro professore di filosofia, che oggi ha 82 anni. È stata una lunga ricerca conclusa al reparto Covid dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Ne hanno scritto Simonetta Sciandivasci sulla “Stampa” (4/3), quotidiano dove tutto è cominciato due settimane fa con la lettera di Nicoletta, una ex alunna, e Maria Paola Scaramuzza sul “Corriere” (4/3).
Gastaldi era andato in pensione nel 2008, trasferendosi a Vicenza. Era sempre rimasto in contatto con i suoi studenti, fino all’improvviso silenzio dello scorso dicembre, alla ricerca, al passaparola e al ritrovamento. Alla scoperta che gli ex studenti affezionati a lui, dopo più di 40 anni, sono tantissimi. «Davvero sono centinaia?» chiede Gastaldi al telefono con Scaramuzza. Pare siano migliaia, «siamo adulti adesso: siamo una forza stupefacente», dice Nicoletta. A Sciandivasci il prof aggiunge: «Non sono sorpreso: ci siamo sempre voluti bene».
Il titolo potrebbe far sorridere, forse, soltanto chi ha attraversato gli anni di scuola racchiuso in bozzolo d’indifferenza, non vedendo l’ora di uscirne: «L’insegnamento è un rapporto d’amore». E che cosa sarà mai questo “amore”? Uno studente dice a Scaramuzza: «Dava del lei, pretendeva appropriatezza ma forniva sempre gli strumenti per raggiungere lo scopo. Poneva problemi, senza anticipare soluzioni preconfezionate. Non tollerava le banalizzazioni, ma sapeva accogliere con rispetto le nostre intuizioni». A Sciandivasci che gli chiede: «C’è una cosa importante che i suoi ragazzi non sanno di lei?», il professor Gastaldi risponde: «Quando facevo lezione con loro, mi batteva sempre il cuore. Forte. Fortissimo». Per una singolare coincidenza, Enzo Bianchi dedicava la puntata della sua rubrica “Altrimenti” (“Repubblica”, 6/3) alla gratitudine, «virtù da recuperare urgentemente».
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