Berlusconi nel 1963 non era milanista, nè - pur avendo doti profetiche - pensava di diventarne proprietario. È tuttavia storicamente provato - statistiche alla mano - che nessuno poteva avere più “tituli” di lui per festeggiare i cinquant'anni della Coppa dei Campioni, trofeo nobilissimo che puntualmente veniva ricordato, a mò di consolazione, durante il frenetico avvicendarsi di presidenze spesso sciagurate. I nemici del Cavaliere, soprattutto quelli di sponda rossonera, spesso invocano il suo ritiro dalla politica raccomandandogli al tempo stesso, con parole accorate e sincere, di dedicarsi soltanto al Milan, riconoscendogli la capacità di scegliere - almeno nel calcio - i collaboratori giusti. E tuttavia oggi - come ieri con altri panchinari illustri o meschini - critici e tifosi contestano la sua volontà di sostituire Allegri, il livornese che peraltro ha lui stesso ingaggiato (e non mi dicano contro volontà, che nulla accade nel suo mondo -com'è noto - senza che ne sia al corrente e responsabile) come tutti gli altri, da Sacchi in qua, ottenendone - se si escludono Tabarez e Terim - scudetti, Coppe e prestigio. Le “colpe” di Allegri secondo il Cavaliere sono tecniche, tattiche e comportamentali; a me è bastato segnalarne la folle decisione di far cedere Pirlo («troppo intelligente», avrebbe detto Vittorio Pozzo, come disse a Bernardini) e lo sciagurato impiego part time di El Shaarawy nel finale di stagione: pur riconoscendogli tanti meriti, non mi scandalizza l'idea di un avvicendamento, soprattutto se dovesse essere “Obama” Seedorf a succedergli. Mi rendo conto che in questo calciomondo, involgarito dal business e dal (mal)costume dei tempi, il Signor Seedorf possa apparire scomodo, perfino fastidioso, ma non incompetente, prego, non inferiore ad altri “non laureati” o allievi licenziati prima da Coverciano poi - chessò - da Zamparini. Già: sui quaranta mister di Zamparini si scherza, sulla moderata scelta di Berlusconi no. Dirò di più ho conosciuto Seedorf calciatore fin dai tempi dell'Ajax, vent'anni fa, e ammirato il talento e la classe che gli hanno permesso di esser l'unico ad avere vinto la Coppa dei Campioni con tre diverse squadre, Ajax, Real e Milan; ma ho conosciuto anche il signor Clarence uomo di cultura, sono stato coinvolto in una iniziativa socioculturale a lui affidata dal Governo olandese e ho ammirato le sue qualità dialettiche e umane. Un altro gentleman inesperto di campo, Leonardo, è stato accolto con favore. Cos'ha che non va Seedorf? Lungi da me cattivi pensieri...balotelliani. Non so se sarà lui, a guidare il Milan 2013-14: se sì, m'immagino un gustoso e intrigante confronto sulla scena milanese se sull'altra sponda dovesse approdare Walter Mazzarri, del quale ho detto tutto una settimana fa; avremmo una avvincente summa del calciopensiero contemporaneo, una sfida non banale fra talenti di diversissima natura.