Con l'inizio del 2018 la blogosfera ecclesiale ci rammenta che quest'anno si celebrerà un Sinodo dei vescovi dedicato a «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». La novità è quella delle pagine #Velodicoio, allestite dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei (
tinyurl.com/yal2rl5h ) e già presentate da “Avvenire”. La loro architettura è efficacemente rivolta a suggerire non l'immagine di un sondaggio, ma piuttosto quella di un luogo di ascolto; a questo puntano i titoli delle dieci tematiche sulle quali si è invitati, avendo tra i 16 e i 29 anni, a dire la propria. Bisognerà però aspettare giugno per conoscere «i risultati», «aggregati» e «grezzi» (cioè senza pretesa di rappresentatività statistica). L'approccio ha una qualche sintonia con i post che, dal 3 giugno scorso, “Vino Nuovo” va dedicando al Sinodo che verrà: la relativa sezione, intitolata “Sogni e visioni” (
tinyurl.com/ydctqyuo ), ospita, per le attente cure di Sergio Di Benedetto e Sergio Ventura, interviste singole e multiple, conversazioni, riflessioni che hanno il pregio di restituire un'immagine dei millennials in movimento, a costo di sacrificare la possibilità di una sintesi.
Rimane il fatto che, come segnala Davide Baraldi su “Settimananews” (
tinyurl.com/yaz5tqno ), per il Sinodo del 2018 non si sta ripetendo l'«interesse mediatico» che ha preceduto e accompagnato i due Sinodi sulla famiglia; forse – suggerisce – per la consapevolezza di quanto è rischioso dare realmente la parola ai giovani. Anche Giorgio Bernardelli, sempre su “Vino Nuovo” (
tinyurl.com/y7x3tc9b ), ha l'impressione che «l'attenzione intorno a questo appuntamento fatichi molto a decollare», a differenza delle perduranti discussioni su quello precedente. Così propone un rimedio valido su entrambi i fronti: chiedersi, prima di postare i nostri contenuti, se essi incrocerebbero l'interesse, la comprensione, la vita di quel ventenne «che incontro ancora di tanto in tanto a Messa, ma per il resto in parrocchia non si vede mai».