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Stagione negativa per le mele e le pere

Andrea Zaghi domenica 18 agosto 2019
Crollano in Europa (e anche in Italia) le previsioni di raccolto di mele e pere. È l'agricoltura che dimostra di essere il settore di sempre: capace di produrre grande qualità, ma comunque sottoposto ai capricci del clima e, in questo caso, anche delle malattie che attaccano le piante. Già, perché le cause delle previsioni nere che circolano in Europa sono l'andamento climatico e un insetto. Due elementi che solo in misura molto limitata possono essere tenuti sotto controllo. Con tutte le conseguenze del caso, in termini economici. Le indicazioni sui raccolti di mele e pere sono circolate qualche giorno fa al Prognosfruit, la conferenza annuale dei produttori che si è svolta al Castello di Alden Biesen, in Belgio. Per quanto riguarda le mele le stime per il 2019 indicano in Europa una produzione pari a 10 milioni e 560mila tonnellate: il 20% in meno rispetto al 2018 (anno comunque record per il settore). Meglio pare vada la situazione in Italia, anche se in alcune delle aree più dedite a queste produzioni, come il Trentino, il raccolto è previsto in calo dell'8%. Non va tanto meglio per le pere, il cui raccolto è previsto in diminuzione del 14% circa; e in questo caso, uno dei paesi a soffrire di più sarebbe proprio l'Italia che potrebbe a stento arrivare a 511mila tonnellate: il raccolto più basso degli ultimi dieci anni (-30% sul 2018). Stando alle indicazioni circolate al Prognosfruit ci si attende calibri generalmente inferiori alla media, così come più basso dovrebbe essere il numero di varietà poste in commercio. Il risultato sarà un mercato forse dai prezzi più alti, ma limitato in quantità e qualità. Colpa del clima, come si è detto, ma anche della cimice asiatica che – guardando all'Italia –, ha messo in ginocchio anche le coltivazioni di pesche, nettarine, susine, ciliegie e nocciole. Un problema, quello della cimice che, al pari del clima, dimostra quanto aleatoria sia la produzione agricola, anche se, per quest'insetto, qualcosa in più si può fare. Per questo si è mosso, dopo le sollecitazioni dei coltivatori, anche il governo con la promessa di «ascoltare le richieste che ci arrivano dal mondo agricolo». Che sono di due tipi: l'introduzione di un insetto antagonista della Cimice e l'attivazione di una serie di strumenti "di soccorso" dal punto di vista finanziario. Rimane tuttavia il dato di fondo: la produzione agricola, continua ad ubbidire a leggi proprie, altro dal determinismo delle fabbriche e del web.