Squarci di meditazione nel “Requiem” verdiano di Noseda
Noseda affronta la partitura con un approccio intenso ed energico, optando per stacchi di tempo e ritmi a tratti vertiginosi laddove il pentagramma sembra richiederlo, ma aprendo squarci di profonda meditazione nei passaggi maggiormente carichi di valenza poetica ed espressiva. Il Kyrie iniziale pare per esempio emergere progressivamente dal silenzio del nulla cosmico per poi tradursi in un suono etereo e quasi primordiale, a evocare la rinascita dell'uomo al tempo di una nuova creazione; di contro, l'esplosione quasi tellurica dell'apocalittico Dies Irae scatena una violenza a tratti sconvolgente, a rappresentare con afflato michelangiolesco il giorno dell'ira in cui l'arbitro supremo verrà a giudicare ogni cosa.
La direzione appare sempre sorprendentemente controllata, condotta sul filo di una rigorosa cura dei dettagli, dei volumi e degli equilibri, sia orchestrali che corali; con straordinaria sensibilità Noseda sembra aprire inedite prospettive di ascolto, come quando arriva a svelare i giochi di luce e ombre nell'intimità del Recordare o a diradare con estrema chiarezza le complesse polifonie del Sanctus e del Libera me. Dando vita a un'interpretazione idealmente incorniciata dalle parole di Alessandro Manzoni, illustre dedicatario del Requiem di Verdi: «La musica non esprime alcuna idea, ma ne fa nascere a migliaia».
Giuseppe Verdi
REQUIEM
London Symphony
Orchestra & Chorus,
Gianandrea Noseda
LSO / Ducale. Euro 17,00