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“Spotlight”: Kizito, il padre dell’Africa

Andrea Fagioli domenica 7 aprile 2024
Il suo vero nome è Renato Sesana, anzi: padre Renato Sesana, perché lui è un comboniano, missionario in Africa, ma tutti lo chiamano Kizito. Si ribattezzò così da solo, quando scoprì la storia di 22 ragazzi martirizzati in odio alla fede, in Uganda, a fine Ottocento. Il più piccolo di loro si chiamava appunto Kizito. Ancora padre Renato non aveva messo piede nel continente africano, ma quel nome era il segno che voleva spendere la sua vita lì. Così è stato. La sua è diventata una vita di totale dedizione agli altri, soprattutto ai bambini di strada tra Kenia e Zambia. Lo racconta molto bene Valerio Cataldi, corrispondente Rai da Nairobi, in uno speciale di Spotlight andato in onda venerdì su RaiNews24 e ora disponibile su RaiPlay. All’inizio degli anni Sessanta, appena diplomato, il giovane Renato iniziò a lavorare alla Moto Guzzi, ma ben presto si accorse di avere «bisogno di orizzonti più vasti, di ideali più alti». Entrò così nei comboniani, nel 1964, e poi, qualche anno dopo, partì per l’Africa, diventando il primo comboniano residente in Zambia e successivamente anche il più giovane direttore della rivista Nigrizia: «Essere giornalista - spiega - è una conseguenza dell’essere missionario. Sento la necessità di raccontare, di condividere con gli altri ciò che ho visto». Cataldi lo accompagna nei sui spostamenti notturni in mezzo a ragazzine che si prostituiscono, a bambini che aspirano stracci imbevuti di kerosene. Sono decine di migliaia, gran parte di loro sono orfani, ma molti di più sono quelli a rischio. Eppure, spiega padre Renato, «quando gli si offre comprensione rispondono positivamente». Per questo l’Africa è diventata la sua vita. Lo ribadisce di fronte alla telecamera con l’aria di un Babbo Natale spettinato, ma soprattutto con il sorriso di chi ha capito che vale sempre la pena spendersi per gli altri, soprattutto per i più poveri. © riproduzione riservata